Scusa Federico

Sai Federico vogliamo chiederti scusa.
Noi, la tua mamma e il tuo papà, non avremmo mai immaginato che chiedendo giustizia per quel che ti hanno fatto avremmo dovuto pagare ancora un prezzo tanto alto.
Ti hanno tolto la vita, hanno causato alla tua famiglia il dolore più grande che esista, ma ancora non gli basta.
Niente ti viene risparmiato, sembra che il processo si svolga su di te invece che sui tuoi assassini.




Anche la riservatezza della tua vita di bambino viene violata adesso.Quel breve periodo delle medie inferiori in cui non andavi tanto volentieri a scuola ora viene enfatizzato come fosse un difetto grave. Chi da ragazzino non ha attraversato simili momenti? E adesso, otto anni dopo, un signor preside che non si era mai visto durante la scuola, sembra ricordare che gli sia stato riferito un episodio che definisce come problema comportamentale. Dice che forse tentavi di sbattere la testa contro il muro. Ma non l’hai fatto. Noi genitori di quell’episodio non abbiamo mai avuto notizia, e avevamo, come te Federico, un rapporto aperto e fiducioso con i tuoi professori.

Pur di gettarti fango addosso dimenticano che poi a scuola sei andato sempre meglio.

Le insegnanti di italiano e di matematica, di cui il preside ha parlato sono Gabriella Guaraldi e Antonella Mori. Anche il professore di musica, Claudio Miotto, ha trascorso molte ore con te Federico.

Quel periodo difficile della prima adolescenza è finito 5 anni prima che ti togliessero la vita. E persino in quel periodo non eri mai stato aggressivo in alcun modo. Mai nella tua vita hai fatto alcun male a nessuno.

Ma loro continuano a cercare di violare tutto della tua vita, senza alcun rispetto.

Questo Federico accade perché purtroppo quella notte hai incontrato dei poliziotti ed hai perso la vita.


Referti
(...) a proposito di Pollastri, basso di statura, si è detto: accertamenti radiologici, verifica che aveva avuto in passato un intervento chirurgico ad un braccio, distorsione rachide cervicale, ma soprattutto ecchimosi a ginocchia e gomiti, e un dolore al polpaccio. E’ fin troppo facile dedurre che questi effetti derivano dall’azione offensiva su Federico.
Pontani, alto circa 1,90, ha firmato per uscire dall’ospedale alle 16,30. Aveva una contusione al fianco per cui gli è stata fatta un’ecografia che non ha riscontrato nulla. Però si trovavano “ematurie” cioè nell urine si trovavano tracce di sangue, e aveva la pressione alta. La dottoressa gli aveva prescritto un breve ricovero per accertamenti più ampi e approfonditi, che lui ha rifiutato. Ha firmato per uscire. Ha attribuito la pressione alta agli ultimi due giorni in cui non aveva dormito. Eppure si sa che è stato molto molto attivo su Federico, e anche molto loquace nel riferire la sua versione dei fatti ai vari ispettori Casoni e Dossi che con tanta solerzia le hanno poi riportate. In una delle udienze precedenti sono emerse le sue parole ”ma questo è strafatto di coca” che avrebbe pronunciato la dottoressa del 118 alla presenza dell’agente Pontani e del corpo senza vita di Federico. Chissà a chi si riferiva la dottoressa.
Dei referiti della Segatto e di Forlani non si è parlato, la prima perchè pare che non avesse nulla, il secondo semplicemente perchè non è emerso.
Ma ho letto il suo referto a novembre 2005, perchè si diceva che fosse stato Forlani, mancino, a togliere il respiro a Federico con un pugno allo stomaco. Un pugno tanto forte che dopo più di due mesi ancora gli doleva il braccio.
E’ stata grande la sorpresa nel leggere poi il referto che dichiarava dolore all’avambraccio sinistro.

Forlani sarà alto 1,75, lo definivano un palestrato, tarchiato, è quello a cui è stato detto “vagli tu sulla schiena che sei il più grosso”
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Quanto forte hanno picchiato i 4 per procurarsi questo tipo di contusioni?
Dall’altra parte continua la strategia degli avvocati della difesa nel cercare un passato torbido in Federico, la vittima. E’ la strategia che usano i mafiosi, come dice il Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso. Ma gli avvocati devono pur fare il loro mestiere.
Questo conferma quanto si è sentito raccontare: i 4 hanno picchiato Federico a manganellate, calci e pugni, lo hanno atterrato afferrandolo per i capelli e lo hanno schiacciato a terra fino a ucciderlo.
“BASTARDI!, COSA MI FATE?!” sono le sue ultime parole.

FEDERICO ALDROVANDI

qui avevamo scritto di Federico
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