Chiedo Scusa

Vi scrivo per Chiedervi scusa, viaggiando in mezzo a voi, vedendo come vivete, come vivono i vostri bambini, mi sento in colpa.
All’inizio mi dicevo che in fondo queste cose ve le meritavate, non avete saputo darvi un regime democratico (pensate: lo dico io da italiano, noi che abbiamo inventato il fascismo e lo stiamo anche rivalutando), siete anche schiavi di tradizioni che vi impediscono di correre, come noi, verso un futuro migliore.

Vi chiedo scusa perché anche noi del Nord del mondo diciamo che tutti gli uomini sono uguali abbiamo considerato la nostra vita e dei nostri figli e dei nostri amici, più importanti della vostra e, cosa ancor più grave, abbiamo considerato il nostro benessere più importante della vostra vita. Insomma per noi voi, le vostre mamme, i vostri bambini, i vostri vecchi , valete meno del petrolio, del rame, dell’oro, dei diamanti; valete, non voglio offendervi ma è cosi, valete, mi spiace per voi, anche meno dei nostri hobby, dei nostri animali domestici.

Volevo anche dirvi di non credere, quando vi mandiamo aiuti umanitari, che ci stiamo interessando a quello che vi succede: ci stiamo facendo i nostri affari anche consegnandovi un pacchetto di alimentari di seconda mano – si, in Sierra Leone vi diamo da mangiare un cereale, il bolgo, che negli USA viene utilizzato come mangime per animali, la carne di alta qualità la usiamo per fare il Wiskas, deliziosi bocconcini per gatti.

Chiedo scusa agli abitanti del Congo: in quattro anni di guerra e più di tre milioni di morti ce ne siamo fregati alla grande, abbiamo avuto un sussulto solo quando il coltan, una sabbia schifosa che si trova in abbondanza li da voi e serve per costruire apparecchiature elettroniche è diventato più difficile da estrarre e la Playstation 2 della Sony ha dovuto ritardare la sua uscita di sei mesi. Voi lavorate come schiavi, senza essere pagati e morite uccisi dalle armi che vi vendiamo per darci la possibilità di avere cellulari più piccoli.

Chiedo scusa ai Ceceni: avete la sfortuna di vivere sopra uno dei giacimenti di petrolio che ci interessa e sulla traiettoria di un oleodotto che trasporta il greggio dal Mar Caspio all’Europa. Se vi può consolare sulla stessa traiettoria vivono Afgani, Kurdi, Irakeni, Macedoni e Kossovari, condividete la sorte terribile di chi si trova vicino a qualche risorsa che ci interessa: la morte. Oltretutto abbiamo fatto un piccolo scambio con il governo russo: loro ci hanno lasciato bombardare il Kosovo e noi ricambiamo stando zitti sulla sorte dei civili in Cecenia.

Chiedo scusa agli Afgani sappiamo che un quarto della vostra popolazione è handicappata a causa delle mine – anche italiane – e che i tossicodipendenti sono più di 3 milioni, sappiamo anche che siete uno dei paesi più poveri al mondo. Ma abbiamo dovuto bombardarvi per dare segnale di serietà e di forza ai nostri popoli. Oltre le bombe ora vi trovate tra capo e collo anche una bella missione arcobaleno, una vaccata umanitaria per far fare soldi a noi. Mettetevi in posa per foto toccanti in braccio ai nostri ragazzi, mostrate le vostre gambe di legno, i vostri sorrisi sdentati.

Chiedo scusa agli abitanti della Sierra Leone: la guerra che vi ha mutilato, bruciato, violentato, la guerra che vi ha arruolato, drogato, mandato ad uccidere come soldati migliaia dei vostri bambini ma per un solido motivo: i vostri bellissimi diamanti fluviali, no grossissimi ma dotati di una luce azzurra che li rende unici, ricercati ed importanti. Voi invece per noi siete stati inutili, insignificanti e senza valore. L’Onu non è intervenuta perché non potevate pagarla. Scurdammoce o’ passato, voi ci avete dato i diamanti e noi le armi.

Avrete capito che mi dispiace in fondo per quello che succede a tutti voi, ma non al punto da mettere in discussione il fatto che ormai noi ormai possiamo vivere solo in questa maniera, anche se porta guerre in tutto il mondo.

Ma che razza di gente siamo?

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Alberto Capannini
Operazione colomba
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