sociale/politica
Bush is not welcome
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Documentario su Silvio Berlusconi
il presidente del consiglio visto dall'estero:

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'O Sistema
Documentario sulla camorra, Napoli, Scampia.
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Sentenza Diaz - Assolto l'imperdonabile
di Marco Revelli
I giudici del processo di Genova avevano la grande opportunità - l'ultima - di difendere un residuo brandello di «dignità», chiamiamola così, del nostro Paese. L'hanno perduta, e con essa hanno perduto anche la propria, di dignità. La sentenza per i fatti della Diaz è vergognosa, come tutti i commentatori equanimi l'hanno definita, per questo. Perché assolve l'imperdonabile. Legittima, con i sacri crismi della procedura giurisdizionale, l'inaccettabile. E in questo arreca un vulnus - produce una lacerazione non solo giuridica, ma morale e sociale - forse addirittura più grave dei gravissimi fatti stessi.
A Genova, a Piazza Alimonda, in corso Italia e poi, in un crescendo di accanimento e di ferocia a Bolzaneto e alla Diaz, era avvenuto qualcosa di ben più grave di un semplice eccesso nella gestione dell'ordine pubblico. Di una malaccorta gestione da parte dello Stato del proprio «monopolio della forza». A Genova, di fronte allo sguardo di tutti, su un palcoscenico globale, in quelle maledette giornate di luglio del 2001, era venuto alla superficie, e si era manifestato un sottofondo infetto del nostro ordinamento statuale, impastato di arbitrio e di violenza, di ferocia cinica e di disprezzo di ogni regola: quello che Norberto Bobbio aveva a suo tempo definito il «potere invisibile». Cioè una sfera occulta del potere, sottratta al controllo democratico, addestrata e predisposta a maneggiare la vita dei suoi stessi cittadini con disinvolta discrezionalità, brutale e protetta, impasto di «corpi separati dello stato» e di professionisti della provocazione, di servizi cosiddetti deviati e di schegge coperte del neofascismo di nicchia.
Quel secondo livello, che si configurava come un «doppio-Stato», era stata una costante della vicenda italiana, aveva sotteso i tumultuosi decenni della strategia della tensione e del terrorismo stragista, e prima il delicato passaggio al centro sinistra (chi si ricorda lo scandalo del Sifar?), o poi, ancora, il fatidico Settantasette (ricordate l'assassinio di Giorgiana Masi)... Ma era rimasto, appunto, invisibile. Occulto. Avvolto nel cono d'ambra delle azioni coperte perché inconfessabili. Pubblicamente intollerabili. A Genova, invece, per la prima volta, quella pratica e quell'apparato si sono mostrati alla luce del sole, senza pudore, in una grande rappresentazione crudele. Tutti gli ingredienti del «potere invisibile» sono stati ostentati: la tortura, l'accanimento sui corpi, il macello di massa nella scuola-dormitorio, il sangue e le teste spaccate a freddo, l'accanimento su gente inerme che dormiva e l'irrisione dei feriti, il coro osceno degli aguzzini e le bocche cucite delle vittime. Nulla è stato risparmiato allo sguardo. E ora, a sette anni e mezzo di distanza, dopo un lungo iter processuale, quel secondo livello infetto della nostra statualità riceve l'imprimatur e la tacita legittimazione del terzo potere dello Stato. Di quel potere giudiziario che dovrebbe, per sua natura, funzionare come strumento di controllo sugli altri due. Per questo la responsabilità dei giudici di Genova è enorme. Si potrebbe dire che essi hanno contribuito, per questa via, a mutare la «costituzione materiale» del nostro Paese; a minarne i fondamenti (almeno formali) di legalità in un momento nel quale va maturando in ampi settori delle forze di governo e dei loro apparati una inquietante tentazione all'uso muscolare delle proprie prerogative. Alla forzatura, nel pieno di una crisi che si preannuncia devastante, dei limiti stessi dello «stato di diritto» per mettere in gioco il peggior repertorio del «governo in tempi difficili». Perché l'abbiano fatto, quei giudici - perché si siano decisi a una così evidente umiliazione della loro funzione - è difficile dirlo. Probabilmente non per convinzione politica. Né necessariamente per adesione ideologica alle forze di governo, o per odio culturale nei confronti del coacervo di movimenti che fu «vittima sacrificale» a Genova. Forse solo per «mancanza di coraggio». Per voglia di quieto vivere. Per desiderio di seguire la linea di minor resistenza. Ma il punto è proprio questo: che di mancanza di coraggio (della pavidità di coloro che ne dovrebbero essere i custodi) muoiono le democrazie, forse più ancora che della violenza dei loro falsi servitori.
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Anna Adamolo
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www.ministeroistruzione.net
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11/11/2007 - 11/11/2008 Chi dimentica è complice.

11 Novembre 2007, l’uccisione di Gabriele Sandri, una giornata buia della Repubblica.
L’11 Novembre 2007 l’Italia vive una delle pagine più nere della sua recente storia. Poco dopo le 9 del mattino, lungo l’Autostrada del Sole, il ventiseienne romano Gabriele Sandri viene ucciso da un colpo d’arma da fuoco esploso da Luigi Spaccarotella, agente della Polizia Stradale. Il reato è omicidio. Dopo un paio d’ore, si diffonde la notizia della morte di un tifoso di calcio in seguito a scontri tra ultras di opposte fazioni. Seguono rettifiche: si parla anche di colpi di pistola sparati in aria da un poliziotto. In poco tempo si genera il caos. I mass media si scatenano per coprire mediaticamente l’evento ed è un susseguirsi di dirette TV, dibattiti, edizioni speciali di TG e tavole rotonde. Il mondo del calcio va nel pallone insieme a quello della politica e delle istituzioni. Partite sospese, rinviate. È ben presto emergenza sociale. Ovunque scoppiano focolai di rivolta: scontri, violenze d’ogni genere, arresti, feriti, assalti alle caserme terminati solo nella notte. Per una giornata intera, l’Italia è una polveriera. Un giovane è stato ucciso, ma i media non chiariscono né come, né per mano di chi.
Chi volesse può acquistare il libro-verità che è stato scritto dal giornalista e scrittore Maurizio Martucci (160 pagine + 16 pagine a colori con foto e documenti inediti, Sovera Editore, € 11,00) ed è reperibile, oltre che nelle librerie, anche sul sito www.ibs.it - www.soveraedizioni.it. E’ importante sottolineare che il testo è stato autorizzato dalla famiglia Sandri, patrocinato dal Comune di Roma e che parte del ricavato contribuirà fattivamente alle attività della Fondazione Gabriele Sandri (lo scopo del libro non è commerciale, bensì di GIUSTIZIA, VERITA’ e raccolta fondi per far crescere la fondazione che porta il nome di Gabbo). 
www.gabrielesandri.it

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Processi g8
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Bucarest, Romania

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Manifestazione nazionale antirazzista a Roma il 4 ottobre
È il momento di reagire alle logiche e ai molteplici atti di razzismo istituzionale e diffuso – che arrivano ad attaccare e mettere in discussione la vita stessa – per vivere meglio ed essere tutti più liberi.
Le misure proposte dal governo Berlusconi, che ipotizzano il reato di “clandestinità" aggravano e alimentano il razzismo. Il riconoscimento della nostra comune umanità motiva una forte mobilitazione diretta e unitaria per affermare solidarietà e accoglienza per tutti.

• Contro tutti i razzismi
• Basta stragi nei mari ! Libera circolazione per tutti !
• Per la libertà e la sicurezza di tutti: solidarietà e accoglienza
• Ritiro immediato del “pacchetto sicurezza” del governo e chiusura dei C.P.T.
• Contro la direttiva della UE sul rimpatrio
• Contro le logiche repressive, criminali, discriminatorie e di sfruttamento da qualunque parte provengano

Manifestazione nazionale ore 14.00 in piazza della Repubblica
La manifestazione si concluderà con un concerto finale in piazza Venezia.
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Come raggiungere Roma @ Genova ore 6.00 piazza Caricamento, prenotazioni e info 3474217649 (Mauro) 30 €
4ottobre2008.bloog.it
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Casa Speranza
Campina, 40 km a nord di Bucarest, Romania.
"Casa Sperantei" è una splendida realtà nella quale bambini senza l'opportunità di avere una famiglia vengono "coltivati" e ospitati nella Casa Famiglia gestita dal 1996 da suor Marisa Zanetti, delle suore di San Giuseppe di Aosta.



Intervista a Suor Marisa, Casa Speranza
- Casa Speranza: cos'é?
Casa Speranza è un'associazione, messa in piedi nel 1996 perché qui in romania non si poteva lavorare senza avere un associazione. Noi eravamo suore, perciò una personalità giuridica l'avevamo, ma non era riconosciuta in Romania. Perciò ci siamo messi in piedi e ci chiamiamo Casa Sperantei, che di fatto siamo suore di San Giuseppe di Aosta.
Per quale motivo noi siamo qua e per quale motivo esiste Casa Sperantei? Prima di tutto perchè abbiamo analizzato sul posto quali erano i problemi di base. Abbiamo constatato che il problema maggiore era quello dei minori, e ci siamo buttati in questo campo.

- In Romania, chi vi aiuta e chi no?
Le autorità di Campina ci aiutano, ma c'è sempre qualcuno o qualcosa che ci fa capire che senza di loro noi non potremmo fare nulla. Rimaniamo sicuramente degli stranieri, però siamo qui, persone aperte e ben disponibili ad aiutare i piccoli.
Degli ostacoli li incontriamo così, quotidianamente, ma non facciamo nessun dramma per questo. Nella vita di ognuno ci sono degli ostacoli, e volenti o nolenti li si deve sormontare, e noi abbiamo preso questa mentalità.


- Quanto può contare la politica per Casa Speranza?
Personalmente guardo la politica con gli occhi molto attenti, perché questo è un mezzo per salvare dei bambini.
Spero, spero... che si possa avere nel futuro una politica più aperta, che non faccia solo i suoi interessi ma gli interessi anche dei bambini. Perché i bambini hanno bisogno di una famiglia.


- Senti del razzismo nei confronti dei bambini della casa famiglia?
Non so se chiamarlo razzismo o cos'altro. Non so per quale motivo, ma i nostri bambini vengono spesso additati per il fatto che vengono da un istituto, malgrado che questi siano cresciuti in un modo speciale, educati, e "normali". Nonostante tutto la gente li addita, e dice: " Quelli sono quelli dell'istituto! "
E per di più sono anche tartassati, nel senso che se possono accusarli lo fanno volentieri. Perché solitamente non c'è nessuno, nessuno... che si prende cura di loro.
Ma noi gliel'abbiamo fatto vedere; che questi bambini sono i nostri, e noi ci prendiamo cura di loro, e li difendiamo.


- Come vedi l'annosa questione del rapporto Rom - Rumeni?
Questa è una vecchia storia, ed è inutile ancora calcare su questo. Perché abbiamo visto attraverso la televisione che noi in Italia stiamo facendo gli stessissimi errori. Si, ci sono delle divisioni... a causa di questa cultura diversa, e di questa difficoltà di integrare gli zingari tra gli altri, però non torniamo in continuazione su questo perché non è bello. Piuttosto cerchiamo di migliorare, aiutando i bambini ad andare a scuola e coltivandoli.

- Come sei finita qui in Romania?
La mia congregazione ha deciso di aprire verso l'Est, e purtroppo (diciamo purtroppo in quel momento, perché io avevo già le valigie pronte per partire in Madagascar) mi hanno detto: lascia perdere il Madagascar, ti preghiamo di andare in Romania.
Ho accettato, con un po' di fatica, ma ho accettato, e ora sto bene di questa accettazione perchè tra l'altro come cultura è più vicina alla nostra... malgrado tutto.

- La situazione a Casa Speranza è meglio ora o i primi anni?
Non saprei dire se la situazione migliora... cambia faccia. Non era meglio prima, non è meglio adesso... è così!
Ai primi tempi erano bambini piccoli, per noi era più facile nel senso che i bambini piccoli presto sarebbero stati adottati, mentre questi grandi bisogna pensare ad educarli, a non lasciarli crescere "così" (allo stato brado n.d.r.).
Insomma la situazione cambia faccia, nascono altri problemi. C'è la scuola di mezzo, il bambino cresce, è necessaria un'educazione, è necessario aprirli al mondo, inserirli nella società. Non posso dire che era meglio prima, non posso dire che è meglio ora. Questa è la realtà, di questo momento.

- Pro e contro sull'entrata in Unione Europea della Romania...
L'entrata nella Comunità Europea è bellissima, in teoria, perché abbiamo chiuso così un cerchio chiuso in Romania. Il popolo aveva anche paura, ogni tanto, di legarsi con la Russia o con altri paesi. Ora è entrata nell'Unione Europea. Diciamo che con questa idea noi entriamo a far parte di un popolo libero, ma con tutte le conseguenze che ci sono. Per esempio il problema economico, che è quello più scottante. Qui noi dobbiamo metterci al livello europeo, allo standard europeo, ed abbiamo da camminare molto per arrivare a quello stato.
Allora, se la guardiamo a questo livello, l'entrata in Unione Europea può essere positiva da una parte, se la guardiamo sotto l'aspetto della libertà. D'altra parte ci sono tanti guai, come il povero che diventa più povero, e molta gente non ha da vivere giorno per giorno. Allora ci si pone una domanda: "Ma allora, è proprio così positiva l'entrata in Europa?" Io non dico che l'ingresso nella Comunità Europea sia un fatto negativo, però ci sono dei momenti molto duri, e se si hanno gli occhi bendati non si vede il povero. Perché i Rumeni sono anche orgogliosi, e si tengono onestamente nascosto il povero. Però i poveri sono nei guai.
Manca questa uguaglianza, cioè si è rotto questo periodo di uguaglianza, nel quale tutti erano allo stesso piano e allo stesso stadio: sono nati ceti.
Come per esempio il ceto medio, che prima non esisteva. Però c'è il povero che è diventato poverissimo.


- Differenza tra Casa Speranza e le strutture statali...
Devo dire che in Romania anche le strutture statali sono migliorate. Molti istituti sono stati chiusi e mandati a casa i bambini, se avevano una famiglia.
Purtroppo il grosso problema è stato un altro: che i bambini non avendo una relazione con la famiglia non si sono ritrovati con la propria famiglia o nella famiglia allargata, e ritornando nel proprio istituto dov'erano cresciuti non l'hanno più trovato, perché alcuni istituti sono stati chiusi. I bambini sono sulla strada.
Però devo anche dire che la Romania ha fatto un grande sforzo per migliorare le condizioni di vita negli istituti.


- Un pensiero sul futuro di Casa Speranza
Casa Speranza perché sopravviva bisogna avere molta fantasia, creare delle attività per la sopravvivenza a livello economico prima di tutto.
E seconda cosa bisogna rimboccarsi le maniche ed aiutare questi bambini ad essere come tutti gli altri. Per questo bisogna avere del coraggio ed avere dei metodi. Ed è quello che noi stiamo facendo con il metodo Montessori, che serve ad educare il bambino in modo pratico ed efficace.
Perché loro arrivino ad essere migliori di quelli che sono stati cresciuti dalle famiglie, perché loro siano accettati dalla società.

- In quanto associazione Italiana, suore di Aosta, lo stato italiano vi tutela in qualche modo?
Nooo! Anzi hanno rifiutato di aiutarci, hanno detto che la Romania è entrata nella comunità e non ha più bisogno di aiuto. Cioè se riceviamo qualcosa da fuori è dagli amici, dai giovani che ci conoscono e dalla congregazione. Ma non è lo stato italiano che ci aiuta. Un aiuto gliel'abbiamo chiesto, ma ce l'hanno rifiutato! Ditelo pure forte! Vorrei che il nostro presidente, di Aosta, lo senta. Perché ho scritto una lettera di non so quante pagine e lui, presidente Caveri, ha detto che la Romania è entrata nella Comunità Europea, e non ha più bisogno di nulla ... Ma ciò è sbagliato!
Noi rimaniamo queste, o questi, che hanno bisogno! Ci richiedono di ristrutturare la casa, ma si rifiutano di aiutarci. Solo per il fatto che sulla carta c'è scritto che la Romania entra nella Comunità Europea, senza porsi altre domande. Tra l'altro a livello economico non sono poveri, soprattutto la regione dalla quale vengo (Valle d'Aosta).

- Volontari a Casa Speranza...
Io e tutti dai volontari aspettiamo una grande disponibilità nei confronti dei bambini. Questa è la prima cosa.
Seconda cosa dipende un pochino dalle capacità del volontario. Se c'è un volontario che è capace a livello pratico, va bene, accettiamo subito... ed abbiamo del lavoro. Però come primo desiderio nostro c'è che il volontario si occupi e dia tutte le sue capacità di donna o di ragazzo, che può essere mamma e papà, davanti al bambino. Perché questo bambino senta che ha due persone che lo accolgono.

- Quanto conta per te la fede in tutto questo?
Bene per noi, da che non c'è la fede, non possiamo vivere. Perché, prima di tutto nessuno ci riconosce per quello che siamo, per quello che facciamo. Se non c'è la fede posso rinunciare tranquillamente a tutto perché ho perso lo scopo. Se sono i bambini, sino ad un certo punto sono loro che mi danno la forza di lavorare quotidianamente. Però a un dato momento uno si dice: "Oh ma, Perché?" C'è un fine primo che accompagna questo che faccio quotidianamente.

- Nota delle differenze tra la spiritualità Cattolica e Ortodossa?
No. Prima di tutto dobbiamo mettere come base che le due Chiese sono Chiese sorelle, poi nel tempo c'è stata una scissione.
Va bene, una Chiesa è più attaccata alla tradizione, d'accordo, la Chiesa ortodossa non ha ancora messo assieme il lavoro quotidiano con la spiritualità.
Però, sia la Chiesa cattolica che la Chiesa ortodossa hanno un solo Dio. Da una parte molti Cattolici confondono Dio con il volontariato o con le attività di servizio che fanno. Questo è un fatto molto spesso positivo, però non ci si deve dimenticare che Dio è Dio, e io credo che sia lui a stimolarci a lavorare. Se c'è solo del volontariato, questo finisce presto perché ci stanchiamo. D'altra parte se noi non lavoriamo e preghiamo solo per i nostri interessi, finisce presto anche questo, perché è una fede che finisce con l'attaccamento a noi stessi, ai nostri bisogni, e non porta frutto.
Io credo che sia in una che nell'altra Chiesa dobbiamo mettere Dio alla base, e poi assieme si porta avanti il resto (servizio e preghiera n.d.r.).

Suor Marisa




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Pandora tv
Prossimamente...

Pandora TV
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Libro Verità su Gabriele Sandri
Sono stato, e come me G.bar e altri compari del sito, molto toccati dalla assurda e dolorosa perdita di Gabriele Sandri l'11 novembre scorso, quando una mano assassina ha stroncato la vita di Gabriele e della sua famiglia senza alcun motivo.
Contribuiamo perché il LIBRO sulla VERITA' di quanto accaduto a Gabbo riesca ad entrare nelle case di tutti quelli che lo desiderino. Riporto il testo inviato a loescludo[at]quipo.it per far conoscere l'iniziativa che partirà il 22 settembre 2008.

Cari amici di Gabriele,
vi scriviamo queste poche righe per informarvi della prossima iniziativa indetta in nome del nostro amato Gabbo.

Oggi 11 settembre sono trascorsi 10 mesi dall’assassinio di  Gabriele Sandri.
Trovandoci a ridosso della ripresa del processo di Arezzo che vede imputato l’agente scelto della Polizia di Stato Luigi Spaccarotella (accusato di omicidio volontario), vogliamo ancora una volta rompere il muro di silenzio che inspiegabilmente è calato sul delitto dell’A1.
Il 22 SETTEMBRE 2008 uscirà nelle migliori librerie d’Italia un LIBRO VERITA’ con l’obiettivo di ricostruire i tragici accadimenti dell’11 Novembre 2007, per fare finalmente chiarezza sui troppi equivoci legati al caso, e contribuire così anche alle attività della Fondazione Gabriele Sandri.
E’ importante sottolineare che il libro è stato autorizzato dalla famiglia Sandri.
Certi che possiate accogliere favorevolmente la comunicazione, vi invitiamo a diffondere il più possibile questa notizia, potendo ospitare questa notizia sul vostro sito internet per contribuire a diffondere l’informazione sul web.
www.gabrielesandri.it 


gabriele
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Genova, Città Solidale
Incontro pubblico tra laici e credenti di diverse religioni
Ogni individuo ha diritto alla libera circolazione, a scegliere il luogo e le condizioni in cui vivere, per migliorare il presente e costruire il futuro di tutti.
Riconoscere la nostra comune umanità ci spinge all'impegno unitario per affermare solidarietà e accoglienza e vivere le differenze come ricchezza e accrescimento, non come problema. Proponiamo un incontro tra laici e credenti per cercare cio' che ci accomuna: le grandi fonti religiose ci parlano tutte di amore e fratellanza universali, crediamo sia la solidarietà il valore che può unirci per battere veleni razzisti, egoismi ed aiutarci a vivere meglio.
Per questo è nato il Comitato Antirazzista 4 Ottobre Genova, promotore locale della MANIFESTAZIONE NAZIONALE ANTIRAZZISTA che si terrà a Roma il 4 ottobre 2008. Denunciamo la forte discriminazione nei confronti delle comunità islamiche, frutto anche di un atteggiamento dei media che alimenta paura, ignoranza e pregiudizi verso gli immigrati, dipinti come terroristi e delinquenti. Chiediamo al Comune di Genova di dare immediata autorizzazione al Centro Islamico per la costruzione della moschea.

GIOVEDI' 11 SETTEMBRE 2008
P.zza DELLE VIGNE ore 18
INTERVERRANNO:
Avv. Civilista Alessandra Ballerini,
Don Gallo,
Giancarlo Giovine - presidente della Fed. delle Chiese Evangeliche della Liguria e del Piemonte


http://4ottobre2008.bloog.it
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Critical Mass a Genova
Sabato 13 Settembre 2008
piazza De Ferrari ore 16
CRITICAL MASS A GENOVA
Fuori le bici dalle catene per riprenderci le strade di Genova!
Un altro passo verso l'imminente
rivoluzione a pedali...
evoluscion-bianco11
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G8, sentenza anticipata?
Di quello schifo ne abbiamo già parlato qui più volte su loescludo...
Però
parrebbe che: "la sentenza per i soprusi e le violenze nella caserma di Bolzaneto potrebbe essere letta già all´inizio della prossima settimana.
Dopo sette anni di attesa, e complice il discusso emendamento al decreto-sicurezza, uno dei grandi procedimenti del G8 ha subìto nelle ultime ore un´improvvisa accelerazione. Temendo le nefaste influenze del paventato decreto blocca-processi, i pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati hanno ufficialmente rinunciato alle repliche, previste nell´udienza del 14 luglio. (...)
La decisione finale, secondo i bene informati, potrebbe essere ufficializzata già nella stessa giornata o al più tardi martedì. Per Bolzaneto sono imputate 45 persone tra generali, funzionari di polizia, ufficiali dei carabinieri, agenti, militari, guardie carcerarie e medici. La prescrizione scatterà nel gennaio 2008, ma in caso di condanna in primo grado le vittime potranno rivalersi sui colpevoli civilmente."


"Slitta invece di qualche giorno la richiesta di pena della procura di Genova per i 29 agenti e super-poliziotti imputati del sanguinario assalto alla scuola Diaz. E´ possibile che i pm Francesco Cardona Albini ed Enrico Zucca chiedano la condanna mercoledì prossimo. Ieri, nel corso della requisitoria, i sostituti procuratori si sono concentrati su una delle tante bugie raccontate dai pubblici ufficiali coinvolti nello scandalo.
Questa però sembra proprio essere una bugia esemplare. E´ la storia del fantomatico tentativo di omicidio dell´agente Massimiliano Nucera. Che prima raccontò di essere stato colpito con una coltellata da un misterioso giovane vestito di nero, un presunto Black Bloc che venne fermato dagli agenti ma poi riuscì chissà come a nascondersi tra i 93 no-global della scuola. Quando ad un primo esame risultò che il giubbotto di Nucera, esibito come regina delle prove, presentava due tagli, allora il poliziotto cambiò versione. Lo sconosciuto aveva vibrato due colpi, appunto. E però la perizia stabilì che su quell´indumento qualcuno aveva vibrato tre, forse quattro coltellate. Un racconto «incoerente», con tracce «incompatibili»: Nucera è accusato di falso ideologico e calunnia insieme ad un collega che prima testimoniò le stesse cose, e poi fece marcia indietro. Un episodio completamente inventato per incastrare ulteriormente i 93 fermati - come se non bastassero le false molotov - sostiene la procura. Il colonnello Garofano del Ris parlà di «coltellate a tavolino». Per forza, aggiungono i pm, che i testimoni sono spariti e l´accoltellatore pure: non è mai esistito!
L´udienza si è chiusa con la rievocazione della perquisizione arbitraria nella scuola di fronte alla Diaz, la Pascoli, che ospitava il centro stampa. Stamani il dibattimento riprende: si parlerà del bottiglie incendiarie fasulle."
(10 luglio 2008)
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Libreria San Benedetto
Un ottima cosa da fare saltuariamente divisa in tre passi facilmente memorizzabili:
a) Recarsi in Salita S.Caterina 1
b) Citofonare all'interno 1
d) Entrare nella Libreria San Benedetto..

C'è un sacco di roba interessante, soprattutto libri di attualità, politica e psicologia..
Tra l'altro questi libri, nuovi e usati, sono venduti a prezzi stracciati.
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Merita, davvero. E' anche in una bella posizione tra l'altro, sopra piazza Fontane Marose.
Fateci un salto, magari comprate qualcosa, dando così una mano alla
Comunità di San Benedetto.
Maggiori informazioni
qui.
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SENTENZA TAR: STOP DAL MOLIN
prima
La notizia (qui o qui o qui o qui o qui o dove ti pare) è un grosso incoraggiamento per chi ha manifestato contro la base:
"No. Certamente non è finita. Diciamo che questa sentenza ci consente di trarre un sospiro. Ma noi continuiamo la nostra battaglia contro il Dal Molin. Perchè l'abbiamo sempre detto: investire sulla guerra non ci sembra una scelta di avanguardia, ci sembra piuttosto una scelta di retroguardia."
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Appello
Per un’iniziativa cittadina contro la violenza sulle donne e contro provvedimenti razzisti e repressivi in nome della sicurezza.
Siamo un gruppo di realtà differenti presenti a Genova, organizzate e non, che si uniscono per invitarvi a un’iniziativa di solidarietà.
Sempre più mass media e politici danno grande importanza a fatti di cronaca che vedono uomini immigrati protagonisti di stupri verso donne italiane, e non altrettanta attenzione quando sono uomini italiani a picchiare, violentare, uccidere le proprie figlie, sorelle, mogli, amiche, ex.
E ancor meno quando le vittime sono donne immigrate.
La violenza sulle donne non è un problema di ordine pubblico e non conosce distinzione di cultura, nazionalità, religione, classe sociale, appartenenza politica.
Non accettiamo nessuna strumentalizzazione delle violenze contro le donne, e verso tutta la società, come pretesto per promuovere politiche razziste, pacchetti sicurezza, binomi clandestino=criminale.
(...)
La nostra sicurezza fa rima con solidarietà, libertà e autodeterminazione per tutti/e.
(...)
SABATO 21 GIUGNO 2008
P.zza MATTEOTTI dalle 17.00

Associazione 3 febbraio
Donne di Genova contro la violenza
Arcilesbica
Città Partecipata
Centro delle Culture
Socialismo Rivoluzionario
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Quanto vale la vita di un Rumeno?
di Gennaro Carotenuto

Quanto vale la vita di un immigrato? Poco, ben poco, quasi nulla. Si può buttare in un fosso, massacrare di botte, far cadere da un’impalcatura, oppure ammazzare per pochi spiccioli e nessuno ne sa più niente. A migliaia ne muoiono nel canale di Sicilia. Un irregolare rumeno vale un po’ di più, ma poco di più… a meno che… potrebbe valere molto, moltissimo, anche un milione di euro.
A meno che… devono essersi detti Valerio Volpe e Cristina Nervo, una coppia di trentenni di Verona con un bimbo di dieci mesi, questo rumeno non si fidi di noi. E Adrian Cosmin, 28 anni, camionista rumeno, si fidava di loro. Anzi si considerava quasi socio di Valerio e Cristina nella ditta di trasporti della quale la coppia veronese era titolare.
Adrian aveva bisogno di lavorare e, un po’ perché si fidava e lo avevano convinto, un po’ perchè era latente il ricatto e temeva di perdere il posto di lavoro, aveva accettato di sottoscrivere una polizza sulla propria vita.
(...) E’ normale, si fa sempre così, lo avevano convinto, e si era dovuto convincere anche che fosse normale che la polizza sulla sua vita fosse a favore della donna del suo datore di lavoro.
(...) Adrian era andato a casa dei veronesi suoi datori di lavoro. Questi lo hanno drogato, caricato nella macchina intestata ad Adrian e in una zona isolata, ma vicina al posto di lavoro del ragazzo, gli hanno dato fuoco, tentando poi di simulare un incidente. Contavano poi di incassare la polizza di quasi un milione di Euro. Lo hanno premeditato per più di un anno l’omicidio di Adrian. Lo hanno fatto per i soldi e solo per i soldi.
Su quel corpo carbonizzato gli inquirenti non hanno impiegato più di tanto per capire cosa fosse successo e, quando è saltata fuori la polizza, Cristina Nervo, messa di fronte all’evidenza, ha fatto presto a confessare. Non preoccupatevi, l’hanno già messa agli arresti domiciliari, facendosi scudo di un figlio di dieci mesi.
(...)
Di fronte ad uno squallido fatto di cronaca nera come questo, una piccola storia ignobile indice innanzitutto di miseria umana, ma anche evidentemente del pensare che la vita di un romeno valga meno di quella di un italiano, diviene pleonastico perfino dire che
se una coppia di romeni avessero ucciso in quel modo un ragazzo italiano, saremmo letteralmente sepolti dalla notizia. (...)
Giornalisticamente avrebbero perfino ragione perchè poche volte si assiste ad un omicidio volontario premeditato di tale efferatezza. (...)
Non sarebbe giusto quindi concludere che non solo gli italiani uccidono i romeni, ma che lo fanno perfino in maniera più aberrante, sia pur creando infinitamente meno allarme sociale. Eppure non può non venire in mente il caso di
Jon Cazacu, il lavoratore rumeno che chiese di essere messo in regola al suo datore di lavoro. La risposta del datore di lavoro fu cospargerlo di benzina, dargli fuoco e lasciarlo morire carbonizzato. Accadde in provincia di Varese nell’anno 2000. All’assassino di Jon non mancò mai la solidarietà della Lega Nord, che organizzò fiaccolate e gli fornì copertura politica e assistenza legale. (...) Per chi uccide un romeno in Padania, dobbiamo concludere, non vale la certezza della pena. Vedrete, troveranno attenuanti anche per Volpe e Nervo, la coppietta veronese. Del resto c’è un bambino innocente di mezzo e la vita di Adrian Cosmin, lavoratore rumeno, bruciato vivo per un milione di Euro, tornerà a non valere nulla.

da Immagine 2
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Irlanda
Paese stupendo, pieno di persone simpatiche e ricchissimo di personaggi di primissima qualità.
Tengo appesa al soffitto della mia stanza (ben visibile dalla strada attraverso la finestra), la bandiera dell'IRLANDA.

Immagine 2
Dimmi te se oggi devo staccarla per non confondermi con sacchi di merda come quelli della foto sopra..
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«La prostituzione non va combattuta»
Don Andrea Gallo a proposito di questa notizia
La prostituzione «non è un reato»: questo è il presupposto da cui partire, «che va gridato forte».
«Si devono togliere questo delirio di onnipotenza di eliminare la prostituzione - prosegue il prete - è un fenomeno da gestire riconoscendolo come professione. Ciò che dev’essere perseguito dichiarando guerra totale è lo sfruttamento». «Che cos’hanno fatto i governi negli anni per colpire i canali mafiosi?» si chiede polemicamente il sacerdote, che aggiunge: «Dove c’è criminalità organizzata c’è collusione politica».
Secondo Don Gallo siamo «in una società post-cristiana, dove il governo in carica impone la morale, a seconda della propria linea. Mentre la morale cristiana prevede la libera scelta delle coscienze».
Da una decina di anni la sua comunità gestisce un appartamento dove trovano rifugio le vittime del racket della prostituzione: «Sono iniziative come la nostra che andrebbero finanziate, moltiplicate. I posti nella nostra casa non bastano mai. Molte sono tornate per farci vedere i figli, hanno trovato lavoro».
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"fascisti, nazisti facce di culo"...
Ecco un interessante quanto breve servizio tedesco su un fenomeno che si sta diffondendo da parecchio tempo anche da noi..
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Chicca
Incredibile chicca:

aggiungo anche il commento dello stesso Schenone che si trova quì:
Il 17/1/2003, pochi giorni prima della grande manifestazione contro la guerra in Iraq a cui il governo italiano partecipò contro il volere della stragrande maggioranza degli italiani, seguendo le pressioni dei miei figli sono andato al quiz "L'eredità" su RAI 1 e al momento della eliminazione ho invitato gli spettatori a mettere alle finestre la bandiera della pace. Una azione che videro più di 5 milioni di persone e dopo la quale il numero di bandiere della pace esposte in Italia divenne enorme. Purtroppo neppure l'evidenza fermò il governo Berlusconi dallo scendere in campo ignorando la volontà degli italiani.
E' stata una azione diretta nonviolenta che ha permesso anche agli operatori della televisione di esprimere la loro contrarietà alla guerra. Nel montaggio della trasmissione, infatti, la mia presenza è stata valorizzata, levando tutte le incertezze nelle risposte, prendendo le inquadrature e le battute migliori. E nel momento più importante, quando propongo di esporre le bandiere, hanno aggiunto una musica di fondo che ha reso il mio intervento estremamente toccante.
Quando si ha a che fare con i mass media non bisogna dare per scontato di avere a che fare con persone senza etica disposti a fare tutto per un po' di soldi. Bisogna fare attenzione ma è possibile dare delle occasioni a persone che magari vivono male il loro essere in strutture annientanti di dare forza al proprio pensiero.
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Scusa Federico
Sai Federico vogliamo chiederti scusa.
Noi, la tua mamma e il tuo papà, non avremmo mai immaginato che chiedendo giustizia per quel che ti hanno fatto avremmo dovuto pagare ancora un prezzo tanto alto.
Ti hanno tolto la vita, hanno causato alla tua famiglia il dolore più grande che esista, ma ancora non gli basta.
Niente ti viene risparmiato, sembra che il processo si svolga su di te invece che sui tuoi assassini.




Anche la riservatezza della tua vita di bambino viene violata adesso.Quel breve periodo delle medie inferiori in cui non andavi tanto volentieri a scuola ora viene enfatizzato come fosse un difetto grave. Chi da ragazzino non ha attraversato simili momenti? E adesso, otto anni dopo, un signor preside che non si era mai visto durante la scuola, sembra ricordare che gli sia stato riferito un episodio che definisce come problema comportamentale. Dice che forse tentavi di sbattere la testa contro il muro. Ma non l’hai fatto. Noi genitori di quell’episodio non abbiamo mai avuto notizia, e avevamo, come te Federico, un rapporto aperto e fiducioso con i tuoi professori.

Pur di gettarti fango addosso dimenticano che poi a scuola sei andato sempre meglio.

Le insegnanti di italiano e di matematica, di cui il preside ha parlato sono Gabriella Guaraldi e Antonella Mori. Anche il professore di musica, Claudio Miotto, ha trascorso molte ore con te Federico.

Quel periodo difficile della prima adolescenza è finito 5 anni prima che ti togliessero la vita. E persino in quel periodo non eri mai stato aggressivo in alcun modo. Mai nella tua vita hai fatto alcun male a nessuno.

Ma loro continuano a cercare di violare tutto della tua vita, senza alcun rispetto.

Questo Federico accade perché purtroppo quella notte hai incontrato dei poliziotti ed hai perso la vita.


Referti
(...) a proposito di Pollastri, basso di statura, si è detto: accertamenti radiologici, verifica che aveva avuto in passato un intervento chirurgico ad un braccio, distorsione rachide cervicale, ma soprattutto ecchimosi a ginocchia e gomiti, e un dolore al polpaccio. E’ fin troppo facile dedurre che questi effetti derivano dall’azione offensiva su Federico.
Pontani, alto circa 1,90, ha firmato per uscire dall’ospedale alle 16,30. Aveva una contusione al fianco per cui gli è stata fatta un’ecografia che non ha riscontrato nulla. Però si trovavano “ematurie” cioè nell urine si trovavano tracce di sangue, e aveva la pressione alta. La dottoressa gli aveva prescritto un breve ricovero per accertamenti più ampi e approfonditi, che lui ha rifiutato. Ha firmato per uscire. Ha attribuito la pressione alta agli ultimi due giorni in cui non aveva dormito. Eppure si sa che è stato molto molto attivo su Federico, e anche molto loquace nel riferire la sua versione dei fatti ai vari ispettori Casoni e Dossi che con tanta solerzia le hanno poi riportate. In una delle udienze precedenti sono emerse le sue parole ”ma questo è strafatto di coca” che avrebbe pronunciato la dottoressa del 118 alla presenza dell’agente Pontani e del corpo senza vita di Federico. Chissà a chi si riferiva la dottoressa.
Dei referiti della Segatto e di Forlani non si è parlato, la prima perchè pare che non avesse nulla, il secondo semplicemente perchè non è emerso.
Ma ho letto il suo referto a novembre 2005, perchè si diceva che fosse stato Forlani, mancino, a togliere il respiro a Federico con un pugno allo stomaco. Un pugno tanto forte che dopo più di due mesi ancora gli doleva il braccio.
E’ stata grande la sorpresa nel leggere poi il referto che dichiarava dolore all’avambraccio sinistro.

Forlani sarà alto 1,75, lo definivano un palestrato, tarchiato, è quello a cui è stato detto “vagli tu sulla schiena che sei il più grosso”
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Quanto forte hanno picchiato i 4 per procurarsi questo tipo di contusioni?
Dall’altra parte continua la strategia degli avvocati della difesa nel cercare un passato torbido in Federico, la vittima. E’ la strategia che usano i mafiosi, come dice il Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso. Ma gli avvocati devono pur fare il loro mestiere.
Questo conferma quanto si è sentito raccontare: i 4 hanno picchiato Federico a manganellate, calci e pugni, lo hanno atterrato afferrandolo per i capelli e lo hanno schiacciato a terra fino a ucciderlo.
“BASTARDI!, COSA MI FATE?!” sono le sue ultime parole.

FEDERICO ALDROVANDI

qui avevamo scritto di Federico
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A BERLUSCONI E MARONI GLI IMMIGRATI PIACCIONO CLANDESTINI
di Paolo Ferrero ferrero3_0

20 Maggio 2008
Sull’immigrazione il governo Berlusconi e in particolare il ministro dell’Interno Roberto Maroni, che è tornato a proporre l’assurdo reato di clandestinità - un vero abominio giuridico e politico, o meglio una stupidaggine propagandistica che avrà il solo effetto di riempire le galere fino a farle scoppiare - sta soltanto proseguendo sulla strada già tracciata in campagna elettorale. Quella di proporre norme puramente propagandistiche che non risolvono nulla e che accrescono solo sentimenti di paura e di intolleranza, tra i nostri concittadini.
Il primo nodo da sciogliere, invece, è quello di permettere agli immigrati che stanno lavorando nel nostro Paese di poterlo fare in modo regolare, e non “al nero”, sfruttati e malpagati. Ecco perché sarebbe, invece, contrariamente a quanto pensa l’attuale governo, regolarizzare tutti gli immigrati che lavorano e di conseguenza cancellare l’assurda legge Bossi-Fini. Il governo Berlusconi non lo farà mai, certo, anzi la inasprirà ma solo perché a Berlusconi e ai suoi ministri la clandestinità piace eccome: sia perché, lavorando in nero, sono meglio sfruttabili, sia perché rappresentano un perfetto capro espiatorio che permette alle destre di raccogliere voti e consensi in nome della “lotta alla clandestinità”. La triste verità è solo una: il governo Berlusconi gli immigrati clandestini ha deciso di aumentarli, non di diminuirli.

REATO DI IMMIGRAZIONE E’ ANTICOSTITUZIONALE. SI TRATTA DI VERO ABOMINIO
21 Maggio 2008

Il reato d’immigrazione clandestina approvato oggi dal governo nella seduta del cdm a Napoli è profondamente anticostituzionale: si tratta di un vero e proprio abominio giuridico che viòla i principi basilari del diritto. Occorre al più presto mettere in piedi una forte opposizione sociale a questo governo, che come suo primo atto ha dichiarato guerra ai soggetti sociali più deboli.
La sua prima, immediata e drammatica, conseguenza sarà di riempire le galere di almeno mezzo milione di clandestini, oltre che di aumentare e ingenerare nuove paure e tensioni sociali nel Paese. Il vero nodo da sciogliere, invece, sarebbe quello di permettere agli immigrati che stanno lavorando nel nostro Paese di poterlo fare in modo regolare, e non “al nero”, sfruttati e malpagati come sono. Ecco perché bisognerebbe, esattamente al contrario di quanto pensa l’attuale governo delle destre, regolarizzare tutti gli immigrati che lavorano e di conseguenza cancellare l’assurda legge Bossi-Fini.
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RIPRENDIAMOCI IL NOSTRO TEMPO.
Siamo sempre di fretta, di corsa, affannati...
Cosa ne dite di fermarci un po' ?


Martedi 3 Giugno 2008 in stazione Brignole a Genova (nell'atrio, nei pressi delle biglietterie e dell'edicola)
Nessun segnale, nessun avviso;
alle 07.57, immobilizzati, pietrificati fino alle 08.00 (comanda l'orologio della stazione)...

poi via come se non fosse successo nulla, indifferenti agli esaltati che applaudiranno o filmeranno la scena.

RIPRENDIAMOCI IL NOSTRO TEMPO !

p.s. dopo l'evento il Prof. del Corso Anale consegnerà i moduli d'iscrizione al test di ingresso del suo corso nella Facoltà di Analografia.
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Zuga Bonito
Sabato 14 giugno primo torneo 3vs3 * Zûgâ bonito*
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Il ricavato del torneo verrà interamente devoluto a "casa Speranza", una Casa Famiglia a Campina, in Romania, che accoglie 50 bambini abbandonati.

*che dire di più, se credi di avere piedi buoni per il calcio 3vs3 e vuoi aiutare casa Speranza, iscriviti e passaparola...*

*la quota è di 30 euro a squadra.*

Il torneo si svolgerà presso il campo d'allenamento dei pulcini della Sestrese presso i Giardini C.Inogni Sestri Ponente.


zuga bonito
grazie, ciao

Per saperne di più (sia sul torneo che su Casa Speranza) oltre le persone sopra indicate potete pure scrivere
quì oppure usare i comments se più vi si confà.
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Verona, morto il ragazzo pestato
dal sempre ottimo Noantri
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Dal Molin


grazie al Vicenza 3 e a
insensinverso.org
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Don Andrea Gallo


Il posto di un prete - afferma don Gallo - e' fra la gente: in chiesa, per strada, in fabbrica, a scuola e in ogni dove vi sia qualcuno che soffra e che abbia bisogno di aiuto; per questo lui ha deciso di camminare insieme ai tossici, alle prostitute, ai deviati, ai balordi, ai border line, ai migranti e a tutti coloro che, come diceva De Andre': "viaggiano in direzione ostinata e contraria"...
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War News
Oggi si spara, e si muore, in Palestina, Iraq, Afghanistan, Kurdistan, Cecenia, Georgia, Algeria, Ciad, Darfur, Costa d’Avorio, Nigeria, Somalia, Uganda, Burundi, Congo (R.D.), Angola, Pakistan, Kashmir, India, Sri Lanka, Nepal, Birmania, Indonesia, Filippine, Colombia. E non solo. Questi conflitti sono costati la vita, finora, a più di cinque milioni e mezzo di persone.
Se si aggiungono le guerre conclusesi negli ultimi cinque anni (Sierra Leone, Liberia, Sud Sudan, Congo Brazzaville, Eritrea-Etiopia, Casamance) il bilancio delle vittime sale a sette milioni e settecentomila morti...

PeaceReporter è un quotidiano online che tratta temi internazionali, è una agenzia di stampa e di servizi editoriali, nato da una idea dell’agenzia giornalistica Misna (Missionary Service News Agency) e della organizzazione umanitaria Emergency.
PeaceReporter è un progetto particolare, in cui ognuno mette la propria professionalità a disposizione di una idea: quella della abolizione della guerra, e lo fanno attraverso il racconto della vita, e purtroppo anche della morte, di chi guerre e conflitti subisce.
Un racconto che è il più diretto possibile e senza pregiudizi ideologici. Un racconto che arriva a far comprendere la realtà del mondo anche a chi di guerre e conflitti non si è mai occupato; che avvicina realtà e persone che l'informazione tende a presentare come molto distanti e diverse.
Un racconto da giornalisti.
Solo attraverso il racconto, una notizia può essere compresa e diventare conoscenza e quindi cultura.
Grazie ai tantissimi collaboratori e corrispondenti distribuiti nel nord e nel sud del mondo PeaceReporter racconta storie e luoghi che sono spesso ignorati dal giornalismo tradizionale. Giornalisti, operatori di organizzazioni non governative, religiosi di ogni credo, cooperatori, personale diplomatico ed esponenti della società civile internazionale sono gli autori di PeaceReporter.

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Loescludo apre una nuova sezione.
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Paraguay: eletto il “vescovo dei poveri”
MONS. FERNANDO LUGO E' IL NUOVO PRESIDENTE DEL PARAGUAY
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Fernando Lugo, vescovo di San Pedro, 57 anni è il nuovo Presidente del Paraguay. La notizia è di quelle che fanno sensazione anche se i sondaggi degli ultimi mesi la rendono meno inaspettata.

Va detto che l’affermazione di Lugo è andata oltre le aspettative, raccogliendo quasi il 41% delle preferenze contro Blanca Ovelar, candidata del partito al potere, staccata di dieci punti (30,8%) e all’ex generale golpista di destra Lino Oviedo (22%), un caro amico in casa Cia e negli ambienti vicini alla destra conservatrice statunitense.
Vittoria netta, dunque. Vittoria storica. Il vescovo rosso, infatti, pone fine ad uno dei domini più longevi della storia recente: quello del Partito Colorado, ininterrottamente al potere dal 1947, anche dopo la fine della dittatura del generale Stroessner (1989), egli stesso membro del Colorado. Con l’elezione del “vescovo dei poveri” non solo vince l’opposizione dopo sessant’anni, ma finalmente si realizza una reale transizione da un sistema politico ingessato dai suoi legami con un regime dittatoriale di estrema destra e si intraprende un cammino di pieno riconoscimento dei diritti e della pratiche democratiche.

I Paraguaiani hanno scelto un futuro diverso, alternativo, quello promosso da Lugo e dalla sua Alianza Patriotica por el cambio, una coalizione di sinistra che riunisce organizzazioni sindacali, popolazioni indigene e contadini. In molti chiedevano un cambio di leadership che riuscisse a contrastare la cronica povertà e la disoccupazione, le disuguaglianze e la dilagante corruzione, la massiccia emigrazione forzata, ed in molti hanno invaso pacificamente e festosamente le strade della capitale Asuncion per portare in trionfo il vescovo-presidente. Dal canto suo Lugo ha invitato “tutti i Paraguaiani, anche coloro che non condividono i nostri ideali, ad aiutare questo Paese che è stato grande a ritornare ad esserlo”. Ha poi ringraziato tutti gli elettori dicendo loro “Voi avete deciso di liberare il Paese”.

Un altro duro colpo, forse quello decisivo, alle oligarchie militari neo-fasciste che hanno a lungo imposto regimi di terrore e di ingiustizia sociale nel continente latino-americano. Se infatti si eccettua la Colombia del conservatore Uribe, tutta l’America Latina è governata da leader di sinistra (Venezuela, Bolivia, Ecuador, Argentina) o di centro-sinistra (Cile, Brasile, Uruguay, Perù), spesso espressione delle popolazioni indigene emarginate per secoli dal potere. Il vescovo Lugo, sospeso dal Vaticano, si è impegnato a promuovere un programma di redistribuzione della ricchezza e delle terre, e la rinegoziazione dei trattati sulle fonti di energia col Brasile. Il Paraguay, infatti, è un serbatoio immenso di acqua potabile e i suoi bacini sono fondamentali per la produzione di energia idroelettrica, così come lo sono i suoi giacimenti di gas.La violenta campagna che il partito Colorado aveva intrapreso nelle settimane scorse dava adito a timori sul riconoscimento dei risultati elettorali, che invece è arrivato chiaro e immediato.

La sconfitta Ovelar ha subito dichiarato che il risultato è incontrovertibile e che augura al Paese un “periodo di riconciliazione e di comune ricostruzione”. Prova di democrazia anche dall’attuale Presidente Duarte che ha sottolineato la positività del fatto che “Per la prima volta nella nostra storia, una parte politica trasferisce il potere ad un’altra senza un colpo di Stato, senza spargimento di sangue e senza guerre fratricide” ed ha dichiarato che sarà un suo preciso impegno “rendere fluida tale transizione”.

I venti di democrazia e di cambiamento sociale soffiano forti in America Latina e sembrano non arrestarsi più.
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a TE, elettore di Silvio Berlusco**
di Davide Roma y1pLHHtfftxpGhgjt2sJvI464R09oznH8xqsf8zbhLtUWgEK-ikhin4EMCCydLL1qaPsisBjSWF2iQ

Non scrivo ne per insultarti ne per minacciarti.
In fondo ognuno dice e parla di quello che gli pare... ti scrivo per dirti che il successo di berlusco** è nient'altro che il risultato di tutti quegli italiani che, come te, pensano a cazzi loro. Quelle persone che sono convinti che la libertà sia più importante dell'uguaglianza, che si sollazzano nel loro egoismo, che pensano solo a quello che hanno per desiderare sempre di più, che dicono sviluppo ma non si ricordano che la terra non ci sostiene più tutti, che vanno a messa la domenica e poi a mignotte la sera (e lo fanno, lo fanno..). Quelli che non leggono, che non fanno attivismo politico di nessun tipo, che pensano di essere l'ombelico del mondo,che votano la moratti, che dicono che la famiglia è importante e poi lasciano i figli a casa con le baby sitter. Quelli che votano un partito costituito appositamente per fare presa. Non offenderti perchè non è mia intenzione, sulle menti semplici... Ricordati solo che io non parlo di fiamma tricolore o forza nuova o udc ,io parlo di chi canta in gruppo "meno male che silvio c'è" ..e dire che ci fai pure lo scout....
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Camicie Verdi

camera
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Economia Italiana - Un confronto per le elezioni
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Earth Hour 2008

March 29, 2008 at 8pm Local Time
www.EarthHour.org
Turn off your lights and conserve. Local time means where you live.

"Do Something!" to make a positive impact.
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voisietequi.it
vicinolontano
tu dove sei?
le posizioni dei partiti
Programmi partiti elezioni 2008
foto e risorse di varia natura (all'insegna della par condicio):
Veltronidipietro01bertinotti-03images
santanchè (chi si rivede!)
silvio berlusconi, umberto bossi, gianfranco fini
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Ma il cielo è sempre più blu...
killerg13BambiniPovertaAfrica1711Bin-Laden2BerlusconiBushCmpDavidkurdistan-thumb-520x370
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Cina
La Cina è l’esempio eclatante di quanto gli affari e il mercato siano più importanti del rispetto dei diritti.
Se la Cina fosse stato un Paese povero e ininfluente nell’economia mondiale, la risposta internazionale alla repressione sproporzionata e violenta della polizia contro il dissenso tibetano di questi giorni, sarebbe stata l’occasione per scatenare una guerra e invadere il Paese canaglia, giustiziando sommariamente il sanguinario dittatore.
E invece, come sempre, si usano “due pesi e due misure”!

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(..da qui..)
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Eddie uno di noi
se avete del tempo questo film è una carrellata di personaggi:


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Chiedo Scusa
Vi scrivo per Chiedervi scusa, viaggiando in mezzo a voi, vedendo come vivete, come vivono i vostri bambini, mi sento in colpa.
All’inizio mi dicevo che in fondo queste cose ve le meritavate, non avete saputo darvi un regime democratico (pensate: lo dico io da italiano, noi che abbiamo inventato il fascismo e lo stiamo anche rivalutando), siete anche schiavi di tradizioni che vi impediscono di correre, come noi, verso un futuro migliore.

Vi chiedo scusa perché anche noi del Nord del mondo diciamo che tutti gli uomini sono uguali abbiamo considerato la nostra vita e dei nostri figli e dei nostri amici, più importanti della vostra e, cosa ancor più grave, abbiamo considerato il nostro benessere più importante della vostra vita. Insomma per noi voi, le vostre mamme, i vostri bambini, i vostri vecchi , valete meno del petrolio, del rame, dell’oro, dei diamanti; valete, non voglio offendervi ma è cosi, valete, mi spiace per voi, anche meno dei nostri hobby, dei nostri animali domestici.

Volevo anche dirvi di non credere, quando vi mandiamo aiuti umanitari, che ci stiamo interessando a quello che vi succede: ci stiamo facendo i nostri affari anche consegnandovi un pacchetto di alimentari di seconda mano – si, in Sierra Leone vi diamo da mangiare un cereale, il bolgo, che negli USA viene utilizzato come mangime per animali, la carne di alta qualità la usiamo per fare il Wiskas, deliziosi bocconcini per gatti.

Chiedo scusa agli abitanti del Congo: in quattro anni di guerra e più di tre milioni di morti ce ne siamo fregati alla grande, abbiamo avuto un sussulto solo quando il coltan, una sabbia schifosa che si trova in abbondanza li da voi e serve per costruire apparecchiature elettroniche è diventato più difficile da estrarre e la Playstation 2 della Sony ha dovuto ritardare la sua uscita di sei mesi. Voi lavorate come schiavi, senza essere pagati e morite uccisi dalle armi che vi vendiamo per darci la possibilità di avere cellulari più piccoli.

Chiedo scusa ai Ceceni: avete la sfortuna di vivere sopra uno dei giacimenti di petrolio che ci interessa e sulla traiettoria di un oleodotto che trasporta il greggio dal Mar Caspio all’Europa. Se vi può consolare sulla stessa traiettoria vivono Afgani, Kurdi, Irakeni, Macedoni e Kossovari, condividete la sorte terribile di chi si trova vicino a qualche risorsa che ci interessa: la morte. Oltretutto abbiamo fatto un piccolo scambio con il governo russo: loro ci hanno lasciato bombardare il Kosovo e noi ricambiamo stando zitti sulla sorte dei civili in Cecenia.

Chiedo scusa agli Afgani sappiamo che un quarto della vostra popolazione è handicappata a causa delle mine – anche italiane – e che i tossicodipendenti sono più di 3 milioni, sappiamo anche che siete uno dei paesi più poveri al mondo. Ma abbiamo dovuto bombardarvi per dare segnale di serietà e di forza ai nostri popoli. Oltre le bombe ora vi trovate tra capo e collo anche una bella missione arcobaleno, una vaccata umanitaria per far fare soldi a noi. Mettetevi in posa per foto toccanti in braccio ai nostri ragazzi, mostrate le vostre gambe di legno, i vostri sorrisi sdentati.

Chiedo scusa agli abitanti della Sierra Leone: la guerra che vi ha mutilato, bruciato, violentato, la guerra che vi ha arruolato, drogato, mandato ad uccidere come soldati migliaia dei vostri bambini ma per un solido motivo: i vostri bellissimi diamanti fluviali, no grossissimi ma dotati di una luce azzurra che li rende unici, ricercati ed importanti. Voi invece per noi siete stati inutili, insignificanti e senza valore. L’Onu non è intervenuta perché non potevate pagarla. Scurdammoce o’ passato, voi ci avete dato i diamanti e noi le armi.

Avrete capito che mi dispiace in fondo per quello che succede a tutti voi, ma non al punto da mettere in discussione il fatto che ormai noi ormai possiamo vivere solo in questa maniera, anche se porta guerre in tutto il mondo.

Ma che razza di gente siamo?

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Alberto Capannini
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I Re Magi sono in viaggio..
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Il Vangelo secondo Matteo è l'unica fonte biblica a descrivere l'episodio.
Secondo il racconto evangelico,
i Magi, al loro arrivo a Gerusalemme, per prima cosa, fecero visita a Erode, domandando dove fosse 'il re che era nato', in quanto avevano 'visto sorgere la sua stella'.
Erode, mostrando di non conoscere la profezia dell'Antico Testamento, ne rimase turbato e chiese agli scribi quale fosse il luogo ove il Messia doveva nascere. Saputo che si trattava di Betlemme, li inviò in quel luogo esortandoli a trovare il bambino e riferire i dettagli del luogo dove trovarlo, 'affinché anche lui potesse adorarlo'.
Guidati dalla stella, essi arrivarono a Betlemme e giunsero presso il luogo dove era nato Gesù, prostrandosi in adorazione e offrendogli in dono oro, incenso e mirra.
Avvertiti in sogno di non ritornare da Erode, fecero ritorno alla loro patria per un'altra strada.
Scoperto l'inganno, Erode s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme di età inferiore ai due anni, dando luogo alla
Strage degli Innocenti.

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Narcisisti & Ossessivi
L'Associazione Culturale TribUrbana & Dj Nio stanno realizzando un cd di black music chiamato "Narcisisti & Ossessivi", i proventi derivati dalla vendita del cd saranno devoluti alla Comunità di San Benedetto al Porto.

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per informazioni: zero-plastica
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Dimmi chi ESCLUDI...
Genova, mercoledi 28 novembre
"DIMMI CHI ESCLUDI, TI DIRO' CHI SEI"
Quali diritti di cittadinanza, quali politiche di accoglienza nelle nostre città?
Incontro pubblico su immigrazione, accoglienza, diritti e percezione della sicurezza

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Auditorium S.Salvatore Piazza Sarzano, 9
ore 17.30

per maggiori informazioni:
Comunità San Benedetto.


Ricordando che..
Lo Escludo è ironia:
Non chiude fuori, non elimina, non rifiuta, non allontana, non boccia, non respinge, non emargina, non trascura, non tralascia, non dimentica...
E se lo fa, quando lo fa, ha sempre degli ottimi motivi per farlo.
Manifesto
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Provocazione e sentimento
Provocazione e sentimento
scritto da stefano havana su Immagine 2

Dedicato a chi domenica scorsa se la ricorderà per sempre. Dedicato a chi non è riuscito a trattenere le lacrime e non ne ha provato vergogna. Dedicato ai ragazzi che muoiono ammazzati mentre dormono o mentre compiono il loro dovere di cittadini, oppure mentre se ne stanno tornando a casa con le mani ficcate in tasca. Dedicato a chi domenica mattina ha subito scritto o detto che si trattava di banda Noantri, che l'auto del ragazzo ammazzato era piena di armi, di esplosivo, che il ragazzo ammazzato era un teppista con un passato becero: voi. Siete. Merda.

Dedicato a chi ama il calcio. (...)
Dedicato a chi parla con i terzini. Dedicato a chi non ha paura di cominciare un coro allo stadio. Dedicato a chi i tornelli gli fanno cagare. Dedicato a chi c'è stato 100 volte in quegli autogrill e sa che se 99 volte va tutto bene, basta una sola cazzo di volta in cui uno alza le mani o la voce, per leggere il giorno dopo sui giornali che i tifosi sono sempre gli stessi e che bisognerebbe vietare le trasferte. Dedicato a chi non può più entrare allo stadio perché ha scelto di non fare un passo indietro.
Dedicato a tutti i forcaioli che non hanno mai conosciuto un carcere. Dedicato a chi s'è fatto mesi dentro senza un perché, mentre altri sguazzano tuttora in una poltiglia schifosa che si chiama impunità. (...)
Dedicato a chi ha sfondato quei vetri a Bergamo perché non si giocasse una partita di plastica, macchiata di sangue, ipocrisia e menzogna.


(non conforme, discutibile, fuori dalle righe, loescludo apprezza sempre questo modo di scrivere e di comunicare, vale sempre questo discorso...)

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17 novembre
Ne avevamo già parlato 1,2,3,4,5 volte... poi è successo questo.

C'è poco da fare. Assurdamente, chi dovrebbe trasmettere protezione e garantire la sicurezza incute timore in molti di noi.
Le chiacchiere stanno a zero. Non ha senso che un cittadino "pulito" provi disagio di fronte a "i tutori dell'ordine".

A 18/19/20 anni non è possibile aver perso la fiducia in un'Istituzione così presente e così importante.
Dopo le svariate figure di merda che sono stati capaci di interpretare, credo che le FFOO non possano che iniziare a mettersi in discussione e fare pulizia al loro interno se intendono rifarsi la faccia.
Una pulizia all'insegna della trasparenza e della giustizia. Quella che dovrebbe essere uguale per tutti secondo quanto sta scritto nei tribunali.

E' sbagliato generalizzare e dire che tutti i poliziotti siano delle merde.
Senz'altro ci sono tante persone oneste che si vergognano per le cazzate compiute dalle c.d. "mele marce". Vorrei che la voce di questi tanti Agenti "per bene" si alzasse a condanna dei loro colleghi, come ha fatto
Fournier nella vita reale e il Commissario Montalbano nella finzione.
Non solo per i
25 manifestanti (+ 13 a Cosenza) che rischiano di pagare per tutti, non solo per una Commissione Parlamentare che faccia luce sui fatti, ma anche per una polizia che meriti più fiducia.

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Il percorso sarà questo:
manifestazione2007_small
per informazioni più complete qui.
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VERGOGNA.
rosabianca

GABRIELE, 28 ANNI. AMMAZZATO PER "UN TRAGICO ERRORE".
ASCOLTA

NO COMMENT.
Gabriele_ciao
"HANNO UCCISO MIO FRATELLO"







De Silvestri:


Controcampo:


Altri video:
Vola Lazio Vola dopo il funerale
cento modi per morire in italia
dalla russia

Ricordo di Gabriele
Gabriele Sandri
Pensa
Tgr Lazio

LOESCLUDO SI FERMA UN PO'.
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Non lo sapevo
Un cane scuoiato vivo, ancora cosciente, mentre cerca una fuga ormai inutile.
Succede in Cina. Ma in Italia compriamo queste pellicce.
La
LAV chiede al nostro Governo di bloccarne l'importazione.
Puoi aiutare la
LAV con una firma ed evitando di acquistare capi con bordature o ritagli di pelliccia.
per vedere il video che gira per email e che segnala "moderatore":
NON LO SAPEVO...
fourrure10945
www.nonlosapevo.com
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Strisce Gialle
Per una volta le pallosissime catene di Sant'Antonio possono venire utili.
Sono state installate da 6 mesi 2 telecamere, una in Via Tolemaide e una in Via Archimede.
Le multe sono da 80 euro per ogni volta che il tuo mezzo ha toccato la striscia gialla.
Non è come per il calcio che è gol solo quando il pallone supera TOTALMENTE la riga, le multe vengono notificate dopo 5 mesi, arrivano tutte insieme, e scattano appena la ruota tocca il giallo.

Tra poco entreranno in funzione le altre 14 telecamere, che sono già state piazzate per la nostra felicità.

via Canevari (direzione Centro, all'altezza del civico 20)
via Fillak (direzione Centro, a metà della via)
via Barrili (direzione Levante, all'altezza del 14 rosso)
via Giacometti (direzione Centro, civico 10)
via Invrea (direzione Levante, civico 12)
via Cornigliano (direzione Centro, civico 268)
corso Sardegna (direzione Centro, civico 48)
corso Gastaldi (direzione Levante, civico 15)
in corso Europa poi quattro obiettivi composti da due impianti 'bidirezionali', uno sistemato sul lato Levante all'altezza dell'intersezione con via Tagliamento, l'altro sistemato dall'altra parte della strada.


Tutto questo è controllato dall'AMT, che guadagna sulle multe, quindi
occhio, cazzo dritto e testa sulle spalle.


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Le possibilità sono tre:
- Rispetto della Legge
- Multe
oppure la
terza via:
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DDL Levi-Prodi
E' solo un disegno di legge, in quanto tale dovrà passare altri mille passaggi, e 99% verrà riveduto e corretto.

Per Di Pietro (che è
Di Pietro, non Beppe Grillo..): "E’ una legge liberticida, contro l’informazione libera e contro i blogger che ogni giorno pubblicano articoli mai riportati da giornali e televisioni. Io faccio parte del Governo (...) per quanto mi riguarda questa legge non passerà mai, anche a costo di mettere in discussione l’appoggio dell’Italia dei Valori al Governo."

In breve, e per quanto ho capito, il
disegno di legge fa riferimento ai prodotti editoriali (con o senza scopo di lucro) che dovrebbero essere regolamentati tramite un registro. Quindi anche LOESCLUDO. dovrebbe iscriversi (pagando un bollo) al ROC, uno speciale registro custodito dall'Autorità per le Comunicazioni.

I siti registrati dovrebbero rispondere in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica come per la stampa.

Se sta legge insulsa venisse approvata in Parlamento, sarebbe l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione.

Spiega
Sabrina Peron:"In parole elementari, la diffamazione realizzata attraverso il web era considerata semplice. Dunque le norme penali la punivano in modo più lieve. Questo nuovo disegno di legge, invece, classifica la diffamazione in Internet come aggravata. Diventa a pieno una forma di diffamazione, diciamo così, a mezzo stampa".

In sostanza
Giorgiobar non potrebbe più realizzare le sue esclusive inchieste, e LOESCLUDO. perderebbe quel poco di hardcore che contiene...

Odio le petizioni "online", inoltre non credo proprio che questa legge passerà, ad ogni modo chi volesse firmare
qui.. male non fa..

1984
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Federico Aldrovrandi
Oggi a ferrara è iniziato il processo che vede imputati 4 agenti di polizia, accusati di aver ammazzato di botte FEDERICO ALDROVRANDI, lo studente diciottenne che il 25 settembre 2005 morì a Ferrara dopo essere stato fermato dalla polizia.

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Così ricostruiva i fatti una nota della questura:
«Alle 6.25 personale di Polizia interveniva su segnalazione di alcuni cittadini che avevano riferito del comportamento strano di un giovane. Poco dopo, il giovane è stato colto da malore».

Caso chiuso. Morto per cause naturali, durante il trasporto in ospedale. Tre mesi dopo il decesso fu la mamma, con un blog aperto su Internet per chiedere nuove indagini, a far conoscere la vicenda a livello nazionale.

Emergono testimonianze che parlano di un controllo piuttosto energico da parte degli agenti intervenuti. Secondo i consulenti della famiglia ci sarebbe stata una violenta colluttazione tra quattro agenti e Aldrovandi, sottoposto ad una immobilizzazione forzata con schiacciamento della cassa toracica.

Il 9 gennaio 2007 c’è la richiesta di rinvio a giudizio per quattro poliziotti. La partita giudiziaria si giocherà su perizie mediche e sulle diverse ricostruzioni degli orari.

Ci sono tutti i brogliacci delle telefonate effettuate dagli agenti, e gli orari del loro intervento nel luogo dove Federico Aldrovandi cominciava la sua agonia. La Squadra mobile li mette a confronto con i documenti «puliti» che sono stati poi allegati agli atti dell’inchiesta. E scopre che tra la copia «in brutta» e quella in bella, ci sono differenze sostanziali.

Sull’orario dell’arrivo della prima pattuglia, i cui agenti sono accusati di aver pestato Aldrovandi: «Doverosamente si deve rilevare come il foglio di intervento originale, annullato con dei segni trasversali a penna, è parzialmente difforme» da quello poi trascritto agli atti. «In particolare, la difformità è relativa all’orario in cui è stato dato l'intervento, e la correzione fatta a penna contrasta con i fogli successivi ».

La questura comunica di aver ritrovato anche sette tamponi intrisi di sangue «relativi al giovane Aldrovandi» conservati da ormai due anni nei frigoriferi della Polizia scientifica, e mai messi agli atti. In una vicenda dove autopsie, perizie mediche e sopralluoghi contano molto, è un dettaglio che potrebbe avere la sua importanza.

Giustizia.
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Op 2001
Tanto per aggiungere un po' di materiale alla discussione su questo video ho caricato alcuni pezzi tratti dal DVD curato dalla Segreteria del Genoa Legal Forum sulla gestione dell'Ordine Pubblico durante il vertice G8 a Genova nella giornata del 20 luglio 2001. L'ultima parte è emblematica.


Vi consiglio di procurarvi il DVD che contiene la ricostruzione dei fatti di venerdì 20 luglio 2001 attraverso i documenti acquisiti al processo contro 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio.

Viene documentato come le FFOO abbiano gestito l'ordine pubblico nel pomeriggio di venerdì tra via Tolemaide e piazza Alimonda. La disorganizzazione, la mancanza di coordinamento, l'interruzione dei contatti con gli organizzatori dei cortei, l'approccio militare ha trasformato le strade di Genova in un teatro di guerra.

Il DVD è in vendita al prezzo di 7 euro; il ricavato serve esclusivamente a sostenere le spese della Segreteria Legale.

Chi ha dunque messo in crisi l'ordine pubblico a Genova?

due trailer:
uno e due.
Sottolineo che è il DVD riporta verità processuali e non è l'opinione in merito del "
CSOA PUGNO CHIUSO" di Napoli.

I commenti tipo: "quelle zecche se lo meritavano - se le cercavano - sono dei deficenti" potete andare a scriverli a questo indirizzo www.coisp.it, qui non sono graditi..

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destra o sinistra?
se avete un po' di tempo vi consiglio questo interessante articolo scritto da don Vitaliano Della Sala...
come siamo seriosi ultimamente su Loescludo... presto torneremo con qualcosa che ci confermi i soliti cazzari. Non c'è niente di cui preoccuparsi..

destra o sinistra?
di
donvitaliano

lavavetri / chiesa / politica

Non capisco perché i politici si arrabbino tanto, quando si dice che destra e sinistra attuano le stesse politiche. Per non scomodare le politiche dei governi nazionali, basta vedere quelle delle amministrazioni locali: sfido chiunque a dimostrare che Cofferati da Bologna, sia un sindaco di sinistra e Gentilini da Treviso, sia invece un vicesindaco di destra. E che dire dell’ordinanza del Comune di Firenze, guidato dal sindaco (rosso?) Dominici e da una maggioranza di centrosinistra, che se la prende con i lavavetri ai semafori? È un’ordinanza di destra o di sinistra? Alla radio ho seguito la presentazione di un libro di nonsocchì, che cerca di dimostrare che il liberismo è di sinistra! Sarà così ma, dal mio piccolo osservatorio, avverto che il “popolo sovrano” è sempre più confuso per quanto riguarda la politica e i politici.

Sono un prete che viene facilmente tacciato di essere di sinistra. Quand’ero ragazzo e cercavo di diventare prete, un parroco delle mie parti mi diceva che chi è figlio di comunista non può aspirare al sacerdozio. A molti preti come me è stata affibbiata l’etichetta di prete rosso. Dom Helder Camara, il vescovo brasiliano recentemente scomparso a cui non è mai stata risparmiata l’accusa di essere comunista, diceva: “se do da mangiare al povero mi dicono che sono un santo, se cerco di capire perché il povero non ha di che mangiare allora mi dicono che sono un comunista”.

Viene facilmente tacciato di comunismo chiunque pensa che la ricchezza non è casualmente distribuita e ritiene ingiusto l’ordine del mondo che fa molti poveri e pochi ricchi.

Ma c’è oggi chi farebbe carte false per non essere chiamato comunista e si affanna a gettare nella spazzatura non solo gli aspetti discutibili del proprio passato, ma anche le utopie, gli ideali, le lotte e le conquiste sociali per le quali altri hanno speso la vita. Napolitano, Bertinotti, D’Alema, Veltroni, Cofferati, Dominici e molti altri che comunisti lo sono stati - almeno nel senso che hanno avuto in tasca la tessera del partito comunista italiano o tessere analoghe - fanno a gara nel prendere le distanze dal comunismo sostenendo, ad esempio, che non si concilia con la libertà e con il mercato, mentre il mercato sarebbe perfettamente conciliabile, secondo loro, con la libertà. E così, più prendono le distanze dal comunismo, più aderiscono all’ideologia del capitalismo. Tragicamente questo comporta che per non essere più “comunisti” bisogna non vedere che esistono mercati che fagocitano gli uomini per salvaguardare i profitti; violazioni delle più elementari libertà; che masse di diseredati sono derubate del diritto ad una vita almeno non indecente; bisogna negare, cioè, che esistono ingiustizie strutturali da sovvertire, sistemi di disuguaglianze da rovesciare.

Io non credo che esistano soltanto le due categorie di comunismo e liberismo; quest’ultima vincente e l’altra di cui seppellire finanche i più miseri resti. Credo che tra di esse si insinuino, con la forza di cunei, le donne e gli uomini, il cui numero si conta in miliardi, che vivono ricacciati ai margini del sistema mondiale e a cui non è stata riservata alcuna possibilità di futuro. Tra questi i “famosi” lavavetri che tanto infastidiscono il sindaco fiorentino. Tra attuali liberisti e ex comunisti convertiti di fresco al neoliberismo, queste donne e questi uomini penso siano la parte con la quale stare, per la quale schierarsi.

Fino a che non sono comparsi sulla scena politica questi loschi figuri sinistri (loro si!) che, sfruttando gli ideali e l’elettorato di sinistra sono diventati sindaci, deputati, ministri, presidenti della Camera, capi di governo e dello Stato, il termine sinistra ha sempre rivestito alcuni significati simbolici, legati alla diversità, all’essere fuori standard, a guardare il mondo dal lato da cui la maggioranza non guarda. Oggi, concretamente, dovrebbe voler dire pacifismo, non violenza, ambientalismo, solidarietà, disobbedienza alle leggi ingiuste, lotta contro la globalizzazione dei mercati. La sinistra è il lato dei perdenti, dei senza potere, degli esclusi, degli emarginati, dei senza casa, dei senza terra, dei senza lavoro, dei senza alimenti, dei senza salute, dei senza educazione, dei senza libertà, dei senza giustizia, dei senza indipendenza, dei senza democrazia, dei senza pace, dei senza patria, dei senza domani.

Essere di sinistra dovrebbe significare stare dalla parte dei giovani, delle donne, degli omosessuali, degli immigrati, dei portatori di handicap, dei vecchi, dei cosiddetti malati di mente, dei tossicodipendenti, insomma di tutti coloro per i quali non c’è spazio in un mondo che vive per produrre, proprio come i lavavetri fiorentini. Essere di sinistra per me vuol dire incarnare il mio essere cristiano in questo particolare momento storico; significa concretizzare quella opzione per i poveri che non è una scoperta recente ma appartiene al Vangelo come elemento essenziale. E optare per i poveri significa scegliere la loro causa, i loro interessi; ed escludere, perciò, necessariamente gli interessi conservatori dei ricchi, il loro stile di vita (che è un insulto ai poveri), i loro privilegi, la loro gestione parziale del potere, i loro sfruttamenti. Essere di sinistra non significa ridursi a sedere nel lato sinistro di Parlamento e dei vari parlamentini, né ridursi all’appartenenza alla sinistra storica, né ad un partito politico, o avallare le scelte di un partito, solo perché si dice di sinistra.
Don Lorenzo Milani
Per me vale quello che diceva don Lorenzo Milani, priore di Barbiana, nella sua famosa lettera a un giovane comunista (e Dominaci dovrebbe saperlo bene): “hai ragione, tra te e i ricchi sarai sempre te povero ad avere ragione. Anche quando avrai il torto di impugnare le armi ti darò ragione. Ma come è poca parola questa che tu m’hai fatto dire. Come è poco capace di aprirti il Paradiso. Quando per ogni tua miseria io patirò due miserie, quando per ogni tua sconfitta io patirò due sconfitte, quel giorno, lascia che te lo dica subito, io non ti dirò più “hai ragione”. Quel giorno finalmente potrò riaprire la bocca all’unico grido di vittoria degno di un sacerdote di Cristo: “Beati i poveri perché il Regno dei cieli è loro”. Ma il giorno che avremo sfondato insieme la cancellata di qualche parco, installata insieme la casa dei poveri nella reggia del ricco, ricordatene, non ti fidar di me, quel giorno io ti tradirò. Quel giorno io non resterò là con te. Io tornerò nella tua casuccia piovosa e puzzolente a pregare per te davanti al mio Signore crocifisso. Quando tu non avrai più fame né sete, ricordatene, quel giorno io ti tradirò”.

Allora bisogna disassuefarsi dal quietismo borghese e capire che la coerenza della militanza a sinistra passa in primo luogo attraverso l’analisi delle realtà marginali, passa poi attraverso la denuncia, non di ufficio, non generica, ma puntuale e circostanziata delle responsabilità che determinano e mantengono l’emarginazione; in secondo luogo una militanza coerente passa attraverso un impegno costante, non soltanto pre elettorale o televisivo; ma, più di ogni altra cosa, la militanza passa attraverso un proporre e un fare efficace, che confermi e non smentisca una opposizione, durata decenni, a certe politiche razziste, liberiste, di destra.

Dominaci & C. dovrebbero saperlo bene - visto che per anni ce lo hanno raccontato fino alla noia - che i lavavetri, e più in generale gli immigrati, sono il frutto di secoli di sfruttamento che i “nostri” padri hanno messo in atto nei confronti dei “loro”; sfruttamento che continua oggi, si chiama globalizzazione dei mercati e viene attuato dai governi del nord, di destra e di sinistra, contro i sud del mondo. Con questo non voglio dire che l’immigrazione oltre che una risorsa non sia anche un problema. I lavavetri infastidiscono, è vero. Ma nessuna persona razionale e sufficientemente informata può ritenere che davvero la strategia repressiva risolva qualcuno dei problemi sollevati dall’immigrazione. Erigere muraglie nel tempo della globalizzazione totale è come recitare giaculatorie per fermare la pioggia. In conseguenza dell’appesantimento del controllo repressivo avremo solo una intensificazione del dominio della illegalità e della delinquenza sull’immigrazione. Non è questo che vogliono le strategie repressive, ma questo è lo sbocco inevitabile. Ed è proprio ciò a cui puntano le forze politiche ed economiche irresponsabili che da un lato cavalcano il disagio, la paura e le angosce della gente, mentre dall’altro fanno affari d’oro con gl’immigrati irregolari, facendoli lavorare a nero con salari irrisori, senza diritti né sicurezze, oppure utilizzandoli per manovalanza in traffici loschi.

Il problema vero, primario, non è l’immigrazione, ma la globalizzazione liberista. L’economia basata sul valore assoluto e quindi totalitario del danaro e del profitto sfrutta il divario Nord-Sud per annullare gradualmente la società dei diritti, per distruggere lo stato sociale, per portare a fondo la sconfitta della classe operaia e della sua cultura solidale. Al dominio della finanza che regola il libero mercato fa comodo un Terzo Mondo disperato. E gli immigrati servono in quanto assolutamente ricattabili, bisogna quindi che almeno in certa misura siano irregolari, braccati, disperati, impauriti, affamati, pronti a subire tutto per sopravvivere.

Anche questo Dominaci & C. dovrebbero saperlo bene, certamente meglio di me, visto che anche su questo hanno basato le loro campagne elettorali e anche per questo sono stati eletti; allora delle due l’una: o sono ignoranti o in mala fede. In ogni caso, " que se vayan todos" (che se ne vadano tutti) come hanno gridato milioni di persone in Argentina contro partiti che anziché proporre politiche e leggi giuste e eque, per puro tornaconto economico ed elettorale, si lasciano trascinare dagli umori di un elettorato disinformato e ignorante. E non venite a parlarmi di democrazia e di rappresentanti eletti dal popolo! Perché anche il popolo di Beppe Grillo, quello dei girotondi e mille altri che non si riconoscono con questa casta politica, sono la democrazia. Anzi la casta del palazzo dovrebbe ringraziare chi come Grillo riunisce gli scontenti e da loro la possibilità di sfogarsi contro i potenti di turno: l’alternativa, non ce lo auguriamo, potrebbe essere la ripresa di un terrorismo extraparlamentare e la P38. Negli anni ’70, in una situazione politica analoga a quella odierna, il muro contro muro tra istituzioni e movimenti, con l’avallo della sinistra, procurò soltanto l’acuirsi di ostilità e di esasperazioni sociali, sfociate proprio nel terrorismo; oggi rischiamo di assistere allo stesso schema di involuzione democratica e di scontro mortale, nel quale si rischia di bruciare democrazia e libertà.

Sono sicuro che purtroppo l’ordinanza avrà un consenso diffusissimo, ma contro ci sono “ragioni” enormi: il rifiuto dell’autoritarismo, il rispetto della dignità di ciascuno. Bisogna rifiutare la logica dell’esclusione, del prendersela con il debole per distrarre rispetto ai problemi “forti” delle nostre città che non si vogliono affrontare: cementificazioni, traffico, tumori e malattie respiratorie in aumento, danni ambientali, politiche abitative disastrose, una società sempre più precaria, un potere d’acquisto in perenne caduta. Invece di affrontare questi temi, si decide di investire sulle paure del cittadino benpensante, emarginando ulteriormente l’immigrato, il lavavetri, il senza fissa dimora, il punkabbestia, il graffitaro…. le logiche di questa ordinanza sono da rifiutare senza appello se esiste ancora una cittadinanza democratica.

Sono le garanzie democratiche che occorre difendere da questa ordinanza: quello che vale oggi per il lavavetri, potrà valere domani per ciascuno di noi. Se lasciamo passare il principio sarà solo una questione di tempo: noi stessi diventiamo ogni giorno più precari, noi stessi ci impoveriamo ogni giorno di più. Oggi il bersaglio è il lavavetri, il precario al quadrato, e domani ciascuno di noi, ciascuna categoria potrà diventare un bersaglio per nuove esclusioni.

Una società democratica ha il dovere di attuare politiche sociali efficaci: primo soccorso e assistenza verso gli immigrati in difficoltà, senza prevedere l’uso delle polizie e senza il bisogno di armare i vigili urbani. Bisogna pretendere dignità e umanità in favore dei più deboli, italiani o stranieri: un letto per dormire, un piatto caldo al giorno, un posto dove lavarsi, un lavoro dignitoso. Credo che la sicurezza sia importante, specialmente quella di vivere in città pacifiche e accoglienti, e non “pacificate” attraverso la rimozione forzata dei problemi. Ma se la sicurezza nelle nostre città è indispensabile, prima della sicurezza viene la dignità della persona. Altro che politiche di destra proposte e attuate da amministratori di sinistra!


don Vitaliano

don Vitaliano "la mia parrocchia vasto mondo"
Wikipedia - Don Vitaliano Della Sala



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Com'è triste la vita negli abusi di potere..


"Ha usato il tempo massimo a disposizione, nonostante gli avessimo chiesto di terminare il suo intervento - ha dichiarato il portavoce dell'università Steve Orlando - Gli abbiamo dapprima tolto l'audio, poi ha iniziato a diventare nervoso".
Meyer è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e disturbo della quiete.

repubblica.it

Se si fulminassero tutti i prolissi, in Italia soffriremmo di solitudine.
Questo sito chiuderebbe, e il Tendabus Clan dovrebbe dare alle fiamme la sua "
Carta".
Questo soggetto è rimasto detenuto nel carcere di Alachua Conty per giorni ed è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e disturbo della quiete.


Ma li vedete quelli vestiti di blu? Sono uguali in tutto il mondo... com'è misera la vita negli abusi di potere..

Il video è del 19 ottobre, avevo letto la notizia ma il video fa tutt'un altro effetto.
Sottolineo come le due domande imbarazzanti che lo studente sottopone a
John Kerry, non fossero assolutamente sconsiderate o insulse.

180px-John_Kerry_headshot_with_US_flag
1) “Perché non ha chiesto l’impeachment di Bush?”
Curiosità naturale visto che Kerry sorprese tutti concedendo rapidamente la vittoria all’avversario nonostante lo scrutinio dei voti fosse stato assai laborioso, per non dire discutibile e poco trasparente.

george bush as fred flintstone 49
2) “Ha mai fatto parte della società segreta Skull & Bones?”
Questa è una delle più note e discusse società segrete degli Stati Uniti ed ha sede all’Università di Yale dove è stata fondata nel 1832.
Cosa assai stravagante, sia l’attuale presidente americano George W. Bush (classe 1968) che il senatore John F. Kerry (classe 1966, il candidato democratico alle presidenziali 2004) sono membri dei Skull and Bones. Bush si rifiutò di parlare della loro comune appartenenza all’"Ordine della morte" durante l’incontro con la stampa del 9 febbraio 2004 e da quel che si è capito ieri non ne vuol parlare nemmeno Kerry.

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Premesso tutto questo credo che sia importante imparare a disprezzare chi mal governa gli americani, e non la gente americana di per sè.

E' troppo facile generalizzare quando si parla degli statunitensi.
Si pensa che sia un popolo di pecoroni senza cervello, ma non sempre è così, e anche fosse lo è sono nella stessa misura in cui lo siamo noi, che li seguiamo a ruota in tutto e per tutto.


Fanno schifo le "divise" in questo video, ma mi fa schifo anche la gente che non fa niente. Eppure anche in italia è così.
Rubano soldi e cellulare ad un ragazzino in mezzo alla via e nessuno interviene, arrestano o pestano senza motivo un ragazzo in via della maddalena e i giornali neanche lo scrivono.


Qualcuno s'è avvicinato per dire ai poliziotti di smetterla, quel qualcuno che c'ha sempre più palle de tanti altri.
Le persone vere non hanno nazione, le palle non te le dà un passaporto, ma la natura, come le ha date al protagonista del video postato all'inizio che si chiama
Andrew Meyer ed è 21enne.

Ma anche in Italia, se si organizzasse un'assemblea in un'università di fighetti come quella del video e succede una cosa di questo tipo chi muoverebbe un dito?

Si abbassa la media dei voti per cattiva condotta...
Fa schifo ma non per questo è incredibile quindi che nessuno sia intevenuto, tranne una donna.
L'indifferenza totale degli altri spettatori la metterei quasi al pari dell'arroganza e della violenza di chi ha fermato quel ragazzo...

'Sti vigliacchi hanno usato il "
Taser", che genera una potentissima scossa elettrica e non ti uccide, ufficialmente, però ti immobilizza provocandoti fortissimi dolori.
250px-M26_Taser
Per la cronaca
Amnesty International lamenta che dal 2001 siano morte 142 persone colpite dai taser, subito od in seguito agli effetti di questo attrezzo classificato come arma da difesa "meno letale" che fa uso dell'elettricità per far contrarre i muscoli del soggetto colpito, e che in Italia è proibito.

Un ultimo insulto lo dedico a quelli che fotografano e filmano invece che intervenire.. quando sanno benissimo che la scena è ripresa da altri e non serve a niente mettersi anche loro lì con il loro merdoso videotelefonino (c'erano le telecamere delle tv locali in aula!). Gli stessi che magari vanno a "trovare" una missione a
Santo Domingo e l'unica cosa che sono in grado di portarsi a casa da questa esperienza sono foto in bianco e nero e girano per le baracche con le macchine fotografiche e dentro le baracche con la gente che soffre realizzano le loro foto "migliori"..

p.s. questo studente sarebbe senz'altro un LOESCLUDO'S GUY. Date un'occhiata a questo suo video preso dal sito
The Andrew Meyer:
http://www.youtube.com/watch?v=6sh4mJFkcg0


altri video in inglese:
http://www.youtube.com/watch?v=7NWukZhsiBw
http://www.youtube.com/watch?v=iqAVvlyVbag

arretez-la-violence_0
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Lucone sei tutti noi
Ecco cosa vuol dire scelta politica al giorno d'oggi, stare in prima fila e battersi per delle buone cause. Daje Fonzie (ma che giacca haaa?!) sei tutti noi!

servizio realizzato da Primocanale
il video originale è quì:
http://www.primocanale.it/viewvideo.php?id=14531
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Ancora sul g8..


Che schifo, "Riflettete su questo: prima che venissero fuori le immagini della sparatoria in cui è morto il manifestante, la versione ufficiale e della polizia era che il ragazzo era stato ucciso da un sasso tirato da un altro manifestante. Data che moltissima documentazione raccolta è stata distrutta o requisita dalla polizia, rimangono le versioni di governo e delle forze dell'ordine.. è importante che continuino a uscire fuori testimonianze su questa pagina vergognosa del nostro paese.."
"Speriamo che muoiano tutti, 1-0 per noi"
G8, le telefonate tra poliziotti e centrale

C'è la poliziotta che scherza sulla tragedia di Carlo Giuliani ("speriamo che muoiano tutti... tanto uno già...1 a 0 per noi.."), il funzionario che impreca per i ritardi, l'agente che non sa che accade, l'altro che racconta di teste spaccate, il capo della celere distrutto dalla nottata, quello della Digos che cerca di disfarsi delle due molotov.
Sono le 26 telefonate che gli avvocati delle parti offese del processo per il blitz alla Diaz nel luglio 2001 - 29 tra funzionari e agenti imputati per lesioni, falso e calunnia - depositeranno nell'udienza di oggi, l'ultima prima della pausa estiva. Le comunicazioni sono quelle che intercorrono tra i poliziotti sul campo e la centrale operativa del 113 in questura.

Ore 21.35 vengono inviate pattuglie per verificare la situazione attorno alla scuola. Una funzionaria della centrale operativa parla prima con una pattuglia della Digos:
"In piazza Merani ci hanno segnalato questi dieci zecconi maledetti che mettevano i bidoni della spazzatura in mezzo alla strada...".
R: "Ma guarda che io dalle 7 di ieri e di oggi sono stato in servizio fino alle 11, quindi... ho visto tutti 'sti balordi queste zecche del cazzo... comunque...". Co: "... speriamo che muoiano tutti...". R: "Eh sei simpatica". Co: "Tanto uno già va beh e gli altri... 1-0 per noi... ".

A cavallo della mezzanotte, al 113, arrivano le telefonate allarmate di residenti della zona.
Ore 23.58: "... via Cesare Battisti... guardi che è un macello... "; ore 23.59: "Lo sapete che hanno attaccato i ragazzi qui della scuola Diaz",. "Si stanno ammazzando".

I primi feriti. Ore 00.17, l'agente al posto di polizia dell'ospedale San Martino chiama il 113: "Ascolta ha chiamato il 118 che sta arrivando una valanga di feriti, è possibile?". 113: "Sì no, guarda io non te lo so dire...".

Non hanno idea della situazione neanche gli agenti mandati a piantonare i feriti all'ospedale.
Alle 2.36 uno di loro chiama la Centrale operativa. "Sono 25 persone, uno ha problemi al torace... l'altro lo metti in chirurgia, l'altro in neurologia..",

Alla stessa ora il poliziotto al San Martino spiega al 113, che chiede se ci sono ferite da taglio: "
No, no teste aperte a manganellate".

Alle 3.05 Vincenzo Canterini ("... sai che non connetto più io.. dissociato.. davvero so dissociato...") capo della celere romana parla con un suo attuale coimputato, Spartaco Mortola, ex dirigente Digos di Genova che agli agenti nel suo ufficio dice: "Oh ragazzi le molotov non lasciatemele qui...".
Sono le due bottiglie che, scoprirà la procura, furono introdotte nella Diaz dagli stessi poliziotti.

(6 luglio 2007)

La Procura ha dimostrato che quei rapporti non erano originali
"G8, quei falsi documenti di Bolzaneto"
I pm: precompilati i modelli degli arrestati
di MASSIMO CALANDRI
GENOVA - Massacrata a calci e manganellate nell'inferno della scuola Diaz. Arrestata illegalmente con prove false. Trascinata via per i capelli, il volto ridotto ad una maschera di sangue. Ma Anna Nicola Doherty, cittadina inglese di 27 anni, quella notte maledetta entrando nella caserma di Bolzaneto dichiarava di "non temere per la propria incolumità fisica". Di non voler parlare con i propri familiari, con un legale, tantomeno con l'ambasciata britannica. E come lei tutti gli altri no-global stranieri, 66 delle 93 vittime del blitz poliziesco durante il G8.

Secondo i verbali ufficiali del ministero della Giustizia - redatti nel centro di prima detenzione - i ragazzi non avevano paura e non volevano parlare con nessuno. Sei anni più tardi la Procura di Genova è riuscita a dimostrare la falsità di quei documenti, e stamani chiederà che venga ascoltato in aula il perito che ha smascherato la bugia delle forze dell'ordine. I rapporti erano stati compilati in anticipo.

Per evitare rogne e differire quanto più possibile i contatti tra le persone fermati nella scuola e l'esterno, circostanza che getta ombre ancora più cupe sulla sciagurata irruzione del 21 luglio 2001. Se oggi il presidente del tribunale non dovesse accettare l'inserimento della nuova indagine nel processo per i soprusi e le violenze di Bolzaneto - 47 imputati tra funzionari di polizia, ufficiali dei carabinieri e della polizia penitenziaria, guardie carcerarie e medici - , i pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati apriranno l'ennesimo fascicolo per falso nei confronti delle persone allora responsabili della caserma.

Ancora un falso, ancora uno scandalo per coloro che durante il vertice internazionale dovevano garantire l'ordine pubblico. La perizia calligrafica dimostra che nel centro di prima detenzione furono preparati due modelli precompilati. In entrambi era scritto in anticipo che il detenuto sosteneva di "non" appartenere ad alcun clan criminale, ma soprattutto che "non" temeva per la propria incolumità personale o fisica e che "non" voleva che del proprio stato di detenzione venisse data comunicazione al consolato o all'ambasciata del suo paese.

All'arrivo a Bolzaneto, ciascun detenuto si vedeva intestare il relativo verbale. E via, chiuso in cella, costretto a restare per ore con le mani alzate. Insultato, minacciato, ancora picchiato. Accecato con i gas lacrimogeni gettati tra le sbarre. Spogliato, deriso, con gli agenti che mimavano atti sessuali. Senza distinzione tra detenuti maschi o femmine.

Ad uno di loro, un poliziotto divaricò le dita di una mano fino a strappare letteralmente la pelle.
Ma ufficialmente, secondo i verbali, i fermati non avevano paura e preferivano non parlare con l'esterno. Il falso, certificato dal perito Laura Parodi, è oggettivamente distinguibile anche ad occhio nudo. In 49 casi è stato usato un modello pre-compilato, in 17 un altro. In questi che i pm ricordano essere atti redatti da pubblici ufficiali, ci sono poi alcuni strafalcioni grotteschi. In calce a quello di Anne Nicola Doherty c'è scritto che "il dichiarante si rifiuta di firmare".

La dichiarazione di Achim Nathrath, di Monaco di Baviera, non porta neppure la firma.
Quella di stamani è l'ultima udienza dei processi genovesi per i fatti del G8, prima della pausa estiva. Sabato è in programma l'interrogatorio dell'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, indagato recentemente per aver istigato il questore Francesco Colucci a testimoniare il falso.

(9 luglio 2007)

Scusate se siamo insistenti. Ma la rimozione di Gianni De Gennaro dal vertice della polizia e la sua sostituzione con il suo vice e amico Manganelli non ha significato alcun esame di coscienza su quel che accadde a Genova, fatti per i quali De Gennaro e anche sotto esame da parte della magistratura. Anzi, l’ex capo della polizia è stato collocato nella poltrona più importante del ministero dell’interno: capo di gabinetto. Allora, magari servirà a poco, ma potreste fare il semplice gesto di firmare l’appello che chiede l’istituzione della commissione parlamentare d’inchiesta sui fatti di Genova.

Il testo dell’appello e le adesioni sono
qui. firmate firmate... (www.carta.org)

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il pediatra dei vicoli
Funziona da qualche tempo in un vicolo di Genova un ambulatorio pediatrico del tutto speciale. Gestito dalla ONLUS Camici & Pigiami, accoglie e cura i bambini "ai margini", quelli che per la sanità italiana non esistono quasi: figli di immigrati clandestini, di prostitute, di "irregolari" di qualsiasi tipo. La storia dei pediatri di strada è iniziata dopo aver sollevato la serranda cigolante di una bottega dismessa, in un carruggio genovese. L'esperienza è cresciuta con le storie di immigrati e clandestini, madri e bambini, medici e volontari, e con i vissuti di scelte razionali ed emotive che sono entrate e uscite da quella bottega, diventata l'ambulatorio di riferimento per i piccoli immigrati della città.
Il locale è operativo dal febbraio 2002 ed ha assistito, da quella data ad oggi, 1465 bambini, tutti privi di permesso di soggiorno. Sono operativi sette pediatri, tre odontoiatri e undici volontari, animatori, per l'archiviazione e l'accoglienza, la pulizia dei locali e dei servizi igienici e l'animazione nella piccola sala d'attesa attrezzata con un angolo gioco per bambini. L'attività specialistica è prestata a titolo gratuito.
E.Co,
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6 Giugno - Davanti al tribunale...
riceviamo e pubblichiamo:

IL COMITATO VERITA’ E GIUSTIZIA PER GENOVA
organizza un presidio
Mercoledì, 6 giugno 2007, alle ore 13
davanti al Tribunale di Genova

dove comparirà: Vincenzo CANTERINI, già comandante del VII nucleo del I
reparto mobile della polizia di Stato, nel frattempo PROMOSSO QUESTORE

Dagli atti processuali: imputato per avere, in concorso con altri, il giorno
21 luglio 2001:

1) partecipato in veste di comandante del VII Nucleo Sperimentale
appartenente al 1 Reparto Mobile di Roma della Polizia di Stato,
all'organizzazione e alla conseguente esecuzione delle perquisizione
all'edificio scolastico A.Diaz-Pertini, con l'impiego di oltre duecento
operatori, tutti appartenenti a vari Reparti ed Uffici della Polizia di
Stato.

2) attestato fatti o circostanze non corrispondenti al vero, per assicurare
a se stesso e ad altri pubblici ufficiali l'impunità dei reati commessi,
nella relazione di servizio diretta al Questore di Genova in relazione
all'arresto di 93 persone.

3) attestato fatti o circostanze false per giustificare la violenza usata
nei confronti dei 93 arrestati durante le fasi d'ingresso all'interno
dell'istituto e la causazione di lesioni (molte delle quali gravi) a
ottantasette di costoro, inferte in massima parte da appartenenti al Reparto
di cui aveva il diretto comando.

4) attestato falsamente che gli appartenenti al Nucleo e Reparto dal
medesimo comandato:

incontravano violenta resistenza da parte degli occupanti, consistita in un
fittissimo lancio di pietre e bottiglie dalle finestre dell'istituto per
impedire l'ingresso delle forze di polizia; incontravano resistenza anche
all'interno dell'istituto da parte degli occupanti, che ingaggiavano
violente colluttazioni con gli agenti di polizia, armati di coltelli,
bastoni ed armi improprie, alcune delle quali rinvenute in tali circostanze;

5) aver cagionato lesioni personali varie; anche gravi, alle persone
presenti all'interno del predetto edificio, colpite con sfollagente in
dotazione o con altri atti di violenza, commettendo il fatto direttamente o
comunque agevolando o non impedendo ad altri tale condotta, e che pertanto
aveva, nella qualità e nel ruolo rivestiti, l'obbligo giuridico di impedire,
così abusando della qualifica di pubblico ufficiale

Gli operatori di Polizia appartenenti ai vari reparti e, fra questi, in
prima posizione il VII Nucleo del I° Reparto Mobile di Roma, facevano
irruzione in massa all'interno dell'edificio da perquisire, ed in ogni
occasione colpivano con violenza le persone presenti, tutte in palese
atteggiamento di non offensività e di resa, in talune occasioni infierendo
più volte sulle stesse già colpite, a terra, sanguinanti e ferite,
utilizzando i manganelli in dotazione o sferrando calci ed cagionando
lesioni.

Non lasciateci soli,

il silenzio sui fatti di Genova e sui processi in corso è un’ulteriore
ferita alla democrazia nel nostro paese.

COMITATO VERITA’ E GIUSTIZIA PER GENOVA

www.veritagiustizia.it

info@veritagiustizia.it
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g8: lo Stato condannato a pagare.
Immagine 3

Questa foto ritrae Marina Pellis Spaccini, triestina, 50enne medico pediatra e volontaria in Africa, intenta a soccorrere con dell’acqua un’altra manifestante conciata decisamente male. In sordina così come di consueto per le notizie “scomode”, il 23 maggio lo Stato italiano è stato condannato dal giudice di Genova Angela Latella a risarcire la suddetta della somma di cinquemila euro per il pestaggio subito da parte della polizia il 20/07/2001 in via Assarotti.
La Spaccini era seduta con altri manifestanti, con le mani alzate dipinte di bianco, gridando “non violenza“, quando fu assalita e massacrata dalla Polizia.
Questa si è difesa sostenendo che (così recita il verbale) “non era possibile distinguere tra le mani dipinte di bianco di Marina e i Black Block… distinguere tra buoni e cattivi“.
Il giudice ha dato ragione alla Spaccini che all’indomani degli avvenimenti aveva dichiarato «Avevamo le braccia alzate e tenevo in mano la bandiera della pace. Facevano una manifestazione pacifica nella zona autorizzata dalla questura. Sono arrivati come furie e mi hanno picchiato con i manganelli. Me la sono cavata con una ferita in testa. Ma altri che eravo vicini a me hanno subito lesioni ben più gravi. Solo una poliziotta del gruppo che ci stava picchiando a un certo punto si è fermata. Ma gli altri erano scatenati…».
Nel frattempo i temuti “black-block” lasciavano la via indisturbati.
NON tutti i manifestanti erano pacifici, ci mancherebbe, ma questo fatto non giustifica molti comportamenti delle forze dell’ordine e, soprattutto, queste vittime. Anche perchè quello di manifestare è un diritto sancito dall’art. 21 della Costituzione, quello di randellare nel mucchio non ancora.

per altri articoli su questa notizia
qui (don vitaliano) e qui (noantri)
per siti di associazioni impegnate per far luce su quei giorni
qui (Comitato Verità e Giustizia) e qui (Supporto Legale).

Altri approfondimenti su quei giorni:
Dossier su Diario
http://www.diario.it/home_diario.php?page=sommario.20010803.sp
Dossier de "la Repubblica"
http://www.repubblica.it/dossier/genova/index.html
su Wikypedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Fatti_del_G8_di_Genova
su Information Guerrilla
http://www.informationguerrilla.org/dossier_genovag8.htm
su Roma Civica
http://www.romacivica.net/anpiroma/g8/G8.htm



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Il dito della Santanchè...
la foto è vecchia, il fatto anche.. ma certe cose è sempre bene ricordarle..
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Il 25 ottobre 2005 oltre cinquantamila tra studenti e professori universitari manifestano per l'ennesima volta il loro dissenso nei confronti della riforma Moratti sotto Montecitorio. Alcuni parlamentari di An escono da Montecitorio e si piazzano davanti all’ingresso della Camera con aria di sfida. Daniela Santanché mostra il dito medio.
Successivamente intervistata dirà: «Non è vero, voglio vedere la foto»...
Ascoltatela.. è davvero imbarazzante:
Santanchè
Esilarante quando parla di educazione, una che per il ruolo che ricopre dovrebbe dimostrare ai giovani capacità di ascolto.. mentre con il solo gesto dimostra tutta la chiusura e l'autoritarismo che possono raggiungere i politici. Ogni ulteriore insulto e commento sulla signora della foto, che tra l'altro avrà sicuramente chiesto scusa in seguito al gesto, non solo è superfluo e fuori luogo, ma non è nello stile di loescludo..
Però la domanda di fondo è, visitato l'accattivante sito di
Daniela Santanchè "L'Onorevole" : ma il gesto l'avrà fatto la donna o la politica?
mah..
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