Documentario su Silvio Berlusconi
Solidarietà per Melina Riccio
Sentenza Diaz - Assolto l'imperdonabile
I giudici del processo di Genova avevano la grande opportunità - l'ultima - di difendere un residuo brandello di «dignità», chiamiamola così, del nostro Paese. L'hanno perduta, e con essa hanno perduto anche la propria, di dignità. La sentenza per i fatti della Diaz è vergognosa, come tutti i commentatori equanimi l'hanno definita, per questo. Perché assolve l'imperdonabile. Legittima, con i sacri crismi della procedura giurisdizionale, l'inaccettabile. E in questo arreca un vulnus - produce una lacerazione non solo giuridica, ma morale e sociale - forse addirittura più grave dei gravissimi fatti stessi.
A Genova, a Piazza Alimonda, in corso Italia e poi, in un crescendo di accanimento e di ferocia a Bolzaneto e alla Diaz, era avvenuto qualcosa di ben più grave di un semplice eccesso nella gestione dell'ordine pubblico. Di una malaccorta gestione da parte dello Stato del proprio «monopolio della forza». A Genova, di fronte allo sguardo di tutti, su un palcoscenico globale, in quelle maledette giornate di luglio del 2001, era venuto alla superficie, e si era manifestato un sottofondo infetto del nostro ordinamento statuale, impastato di arbitrio e di violenza, di ferocia cinica e di disprezzo di ogni regola: quello che Norberto Bobbio aveva a suo tempo definito il «potere invisibile». Cioè una sfera occulta del potere, sottratta al controllo democratico, addestrata e predisposta a maneggiare la vita dei suoi stessi cittadini con disinvolta discrezionalità, brutale e protetta, impasto di «corpi separati dello stato» e di professionisti della provocazione, di servizi cosiddetti deviati e di schegge coperte del neofascismo di nicchia.Continua...
11/11/2007 - 11/11/2008 Chi dimentica è complice.
11 Novembre 2007,
l’uccisione di Gabriele Sandri, una giornata buia
della Repubblica.
L’11 Novembre 2007
l’Italia vive una delle pagine più nere della sua
recente storia. Poco dopo le 9 del mattino, lungo
l’Autostrada del Sole, il ventiseienne romano
Gabriele Sandri viene ucciso da un colpo d’arma da
fuoco esploso da Luigi Spaccarotella, agente della
Polizia Stradale. Il reato è omicidio. Dopo un paio
d’ore, si diffonde la notizia della morte di un
tifoso di calcio in seguito a scontri tra ultras di
opposte fazioni. Seguono rettifiche: si parla anche
di colpi di pistola sparati in aria da un poliziotto.
In poco tempo si genera il caos. I mass media si
scatenano per coprire mediaticamente l’evento ed è un
susseguirsi di dirette TV, dibattiti, edizioni
speciali di TG e tavole rotonde. Il mondo del calcio
va nel pallone insieme a quello della politica e
delle istituzioni. Partite sospese, rinviate. È ben
presto emergenza sociale. Ovunque scoppiano focolai
di rivolta: scontri, violenze d’ogni genere, arresti,
feriti, assalti alle caserme terminati solo nella
notte. Per una giornata intera, l’Italia è una
polveriera. Un giovane è stato ucciso, ma i media non
chiariscono né come, né per mano di chi.
Chi volesse può
acquistare il libro-verità che è stato scritto dal
giornalista e scrittore Maurizio Martucci (160 pagine
+ 16 pagine a colori con foto e documenti inediti,
Sovera Editore, € 11,00) ed è reperibile, oltre che
nelle librerie, anche sul sito www.ibs.it - www.soveraedizioni.it.
E’ importante
sottolineare che il testo è stato autorizzato dalla
famiglia Sandri, patrocinato dal Comune di Roma e che
parte del ricavato contribuirà fattivamente alle
attività della Fondazione Gabriele Sandri (lo scopo
del libro non è commerciale, bensì di GIUSTIZIA,
VERITA’ e raccolta fondi per far crescere la
fondazione che porta il nome di Gabbo).
www.gabrielesandri.it